16/02/2022, 11.57
COREA DEL NORD
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Pyongyang a caccia di chi aiuta la fuga dei lavoratori nordcoreani dalla Russia

Il primo bersaglio sono gruppi missionari sudcoreani attivi in territorio russo. Nel mirino anche una funzionaria Onu che da Mosca gestisce le richieste d’asilo. La stretta del regime di Kim scattata dopo l’arresto di un proprio militare di stanza al consolato di Vladivostok. In violazione delle sanzioni Onu, ci sarebbero 20mila lavoratori nordcoreani in Russia.

Seoul (AsiaNews) – Il regime di Kim Jong-un è a caccia degli attivisti che aiutano i lavoratori nordcoreani a fuggire dalla Russia. Lo rivela Daily NK sulla base di informazioni ottenute da fonti in territorio russo. Di recente Pyongyang avrebbe schierato nell’estremo oriente russo propri agenti di sicurezza per raccogliere informazioni su personalità russe, missionari e membri di associazioni non governative che hanno contatti o che favoriscono la fuga dei cittadini nordcoreani.

Si stima che la Russia ospiti almeno 20mila lavoratori nordcoreani, inviati da Pyongyang per guadagnare valuta straniera, da girare poi in larga parte al governo. A causa delle sanzioni internazionali per contenere il programma nucleare e missilistico nordcoreano, insieme alla Cina la Russia è l’unico vero partner della Corea del Nord, che vive in un perenne stato di emergenza economica.

La presenza di operai nordcoreani in Russia viola una risoluzione delle Nazioni Unite. Per aggirare le restrizioni, con la connivenza di Mosca e Pechino, Pyongyang manda i propri lavoratori in Russia e Cina con visti turistici o di studio.   

Secondo Daily NK, che ha sede a Seoul ed è legato al ministero per l'Unificazione della Corea del Sud, il governo nordcoreano ha lanciato l’operazione di sicurezza dopo aver messo agli arresti un proprio militare in servizio al consolato di Vladivostok, da dove avrebbe tentato la fuga. Il fermo del maggiore Choe Kum Chol – un esperto di guerra cibernetica – sarebbe avvenuto in settembre. Come riporta Radio Free Asia, in gennaio ci sarebbero stati poi diversi casi di defezione tra i lavoratori nordcoreani in Russia.

Tra i fiancheggiatori dei disertori, il bersaglio principale di Kim sono i gruppi missionari sudcoreani attivi in Russia, etichettati come “spie degli Usa”. Nel mirino anche una funzionaria dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati di stanza a Mosca: per Pyongyang gestirebbe le richieste di asilo.

Per colpire questa rete d’aiuto ai fuggitivi, il regime nordcoreano sarebbe pronto a lanciare attacchi informatici contro gli indirizzi di posta elettronica e i conti bancari degli attivisti.

Kim avrebbe ordinato il rimpatrio immediato di tutti i nordcoreani che tentano di scappare dalla Russia. Prima dell’allentamento dei divieti d’ingresso dall’estero per il Covid-19, i sospettati erano rinchiusi in strutture detentive in territorio russo gestite da agenti del ministero nordcoreano della Sicurezza.

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