14/01/2016, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Quattro israeliani incriminati per il linciaggio del migrante eritreo scambiato per terrorista

Il 29enne Habtom Zerhom è morto nell’ottobre scorso, colpito da proiettili e poi linciato dalla folla. Una guardia carceraria, un soldato e due civili alla sbarra con l’accusa di aggressione aggravata. Essi avrebbero infierito sul corpo del giovane, disteso a terra sanguinante e impossibilitato a difendersi.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità israeliane hanno rinviato a giudizio quattro concittadini, accusati del pestaggio che ha portato alla morte di un lavoratore migrante eritreo nell’ottobre scorso a Beersheba, alla stazione dei bus. Il 29enne Habtom Zerhom era stato colpito da una guardia di sicurezza, che lo aveva scambiato per un armato pronto a commettere un attentato; in un secondo momento la folla ha infierito sul suo corpo, investendolo di botte e calci.

L’autopsia compiuta sul cadavere nei giorni successivi all’attacco ha mostrato che il giovane non sarebbe morto in seguito al pestaggio, ma per le ferite inferte dai proiettili sparati dalla guardia. Il corpo era crivellato da otto proiettili, due dei quali sarebbero risultato fatali. 

Fonti ufficiali israeliane riferiscono che i quattro alla sbarra sarebbero Ronen Cohen, guardia carceraria; Yaakov Shimb, soldato e due civili (David Moyal e Evyatar Dimri), i quali avrebbero partecipato a vario titolo al linciaggio del migrante eritreo. Su di loro pende l’accusa di aggressione aggravata, per aver colpito il giovane in stato di incoscienza e impossibilitato a difendersi. 

Le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza, risalenti al 18 ottobre scorso, mostrano una folla inferocita che circonda Zerhom, mentre è disteso a terra ferito dai proiettili e bloccato da una sedia che una guardia della sicurezza gli teneva premuta sul tronco. Il giovane (nella foto, una commemorazione della comunità eritrea nei giorni successivi alla morte) è stato investito da una raffica di colpi alla testa e preso poi a calci dalla folla.  

All’indomani dell’incidente era intervenuto anche il premier Benjamin Netanyahu con una nota ufficiale in cui chiedeva ai cittadini di non farsi giustizia da sé.

In contemporanea al linciaggio, sempre a Bersheeba, si era verificato anche un attacco all’arma bianca da parte di un cittadino arabo israeliano, nel contesto dell’intifada dei coltelli che, da alcuni mesi, sta insanguinando le vie e le piazze di Israele e dei Territori. Nell’attentato era deceduto un soldato israeliano - oltre all’attentatore stesso, “neutralizzato” , cioè ucciso, dalle forze di sicurezza - e altre 10 persone erano rimaste ferite. 

Secondo i dati ufficiali la terza intifada dei coltelli ha causato 22 vittime fra i cittadini israeliani e 149 morti sul versante palestinese. Di questi ultimi, la metà erano attentatori e gli altri sono deceduti nel corso di scontri con le forze di sicurezza israeliane. Alcuni palestinesi sono stati uccisi solo perchè sospettati di essere possibili attentatori.

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