29/01/2022, 10.17
SRI LANKA-CINA
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Si aggrava tra Colombo e Pechino la disputa sui fertilizzanti contaminati

di Arundathie Abeysinghe

Il governo srilankese aveva bloccato l’ingresso in porto del carico proveniente dalla Cina. Spinta dall’esigenza di avere l’aiuto cinese per la sua crisi economica, Colombo ha accettato di pagare la fornitura. Per la compagnia esportatrice cinese, l’esecutivo Rajapaksa ha violato però i termini dell’intesa.

Colombo (AsiaNews) – Si aggrava la disputa sulla vendita da parte di una compagnia cinese di un carico di fertilizzante che il governo dello Sri Lanka ha rifiutato perché ritenuto contaminato. Qingdao Seawin Biotech Group ha presentato un reclamo ufficiale all'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao). La società cinese ritiene che l’organismo Onu potrebbe eliminare ogni malinteso attraverso consultazioni tecniche, evitando così perdite per entrambe le parti.

Il disaccordo tra Colombo e Qingdao Seawin Biotech ha portato a una rara bagarre diplomatica tra la nazione insulare e Pechino. La richiesta di un intervento della Fao è stata fatta prima che l’esecutivo srilankese e la compagnia cinese raggiungessero un accordo sul pagamento del fertilizzante contestato.

In settembre l’amministrazione Rajapaksa ha bloccato una spedizione di 20mila tonnellate di fertilizzante del valore di 6,9 milioni di dollari dalla società cinese: sosteneva che il carico contenesse batteri nocivi.

Lo Sri Lanka ha bisogno del sostegno straniero per superare la sua crisi valutaria. India e Cina hanno promesso aiuto con scambi di valuta e linee di credito. Secondo diversi osservatori, la necessità di ricevere assistenza da Pechino per gestire la grave crisi economica nazionale avrebbe spinto Colombo a stipulare un accordo con Qingdao Seawin per risolvere la disputa. L’azienda cinese afferma però che lo Sri Lanka ha violato i termini dell’intesa, da qui il suo ricorso alla Fao.

Analisti osservano che lo Sri Lanka ha molto da imparare riguardo alle contrattazioni internazionali. Il disastro della X-Press Pearl, la "nave tossica" che ha preso fuoco al largo della costa srilankese in maggio, causando una catastrofe ambientale, ha anche messo in luce l'incapacità di Colombo di trattare con gli esperti legali delle multinazionali. Il Paese sta ancora lottando per ottenere un adeguato risarcimento per i danni causati al suo ambiente e alla locale industria ittica.

A causa della sua carenza di valuta estera e di un calo del rating creditizio,  le compagnie straniere sono riluttanti a fare affari con lo Sri Lanka. Oltre alla controversia con Qindao Seawin Biotech, vi è anche una causa di arbitrato in corso tra Colombo e KLS Energy Lanka, la filiale  locale di un produttore malaysiano di energia rinnovabile. Tali problemi avranno un forte impatto negativo sulla capacità dello Sri Lanka di commerciare con l’estero.

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