11/05/2021, 08.35
RUSSIA
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Siberia, si tenta di eliminare la regione autonoma ebraica

di Vladimir Rozanskij

Il vice-premier Marat Khusnullin ha proposto di unirla alla regione di Khabarovsk. E’ una regione piccola e povera (220mila abitanti), ma gli ebrei si sono rifugiati in questa zona fin dai temi degli zar per sfuggire alle persecuzioni.

Mosca (AsiaNews) - Il vice-premier russo Marat Khusnullin, ha proposto di “eliminare la regione autonoma ebraica” della Siberia orientale. Ieri, 10 maggio egli ha suggerito di unirla alla regione di Khabarovsk. Gli abitanti della regione gli hanno risposto con una frase in lingua yiddish: Marat, ir zent falsh (“Marat, hai torto”).  Le dichiarazioni del vice-premier hanno fatto scalpore, ma la popolazione è decisa a difendere la propria autonomia che dura da 87 anni, quando essa fu istituita dal governo sovietico.

Secondo Khusnullin, “non abbiamo bisogno di 85 regioni, e questo distretto/regione non mi sembra degno di interesse. Esso va unito subito alla regione di Khabarovsk, che se ne occupi il suo governatore, o magari quello del Kurgan [altra regione orientale]. Perché quelli del Kurgan dovrebbero vivere peggio di quelli di Tjumen, che stanno a meno di 200 km da loro? Quelli hanno le entrate del petrolio, e gli altri no, ma forse vivono in un Paese diverso? Penso che il principio di divisione territoriale sia sbagliato”, ha aggiunto mettendo in dubbio l’intera concezione federale del paese.

La regione ebraica autonoma, con il capoluogo Birobidjan, si trova all’estremo oriente della Siberia, tra le regioni dell’Amur (al confine con la Cina) e quella di Khabarovsk, che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Dopo il crollo del regime comunista, dagli anni ’90, essa è rimasta l’unico soggetto federale ad aver conservato il titolo di “regione autonoma”, che prima si applicava a diversi territori, soprattutto nella parte asiatica dell’impero sovietico.

È una regione piccola e povera: a Birobidjan vivono 156.500 abitanti (un piccolo centro per le dimensioni russe) su 220.231 persone in totale, con un Pil tra i più bassi del Paese. Era stata creata il 7 maggio del 1934, anche se gli ebrei si erano trasferiti in questa zona già da prima.

Nel 1928 il “Comitato sovietico per la sistemazione territoriale dei lavoratori ebrei” presso il Consiglio delle nazionalità (una struttura di forte impronta staliniana) aveva assegnato agli ebrei i territori liberi della fascia estrema orientale delle rive del fiume Amur. La capitale venne fondata tra i due affluenti Bira e Bidjan - da cui il suo nome - e gli ebrei cercavano di proteggersi dalle persecuzioni, che in Russia erano iniziate già ai tempi zaristi.

La Seconda guerra mondiale aveva portato nuove sofferenze agli ebrei russi, nel contesto della lotta ai “privilegi borghesi” che si applicavano ai nazionalismi etnici, e agli ebrei prima di tutti. Agli inizi degli anni ’30 venne chiuso il famoso teatro ebraico “Kaganovič”, cuore della cultura ebraica nel Paese (con spettacoli in yiddish e in russo), i cui partecipanti divennero in seguito i fondatori del Teatro Nazionale Ebraico di Gerusalemme, a tutt’oggi il principale teatro d’Israele.

Nel 1949-1951 fu istituito il cosiddetto “affare di Birobidjan”, in cui venne arrestata quasi tutta l’intelligentsija ebraica che si era rifugiata in Siberia, accusandola di spionaggio a favore degli Stati Uniti.

Dopo la morte di Stalin, molti ebrei furono liberati dai lager e poterono rifugiarsi a Birobidjan, dove non c’era né aeroporto né ferrovie, rimanendo molto isolati dal resto del Paese.

Gli abitanti che hanno conservato la relativa pace “riparata” anche nel trentennio post-sovietico, sono ora sgomenti dalle parole di Khusnullin. Essi si attendono un pronunciamento del presidente Putin, o almeno del primo ministro Mišustin, che smentisca il suo vice. Secondo il vice-governatore della regione, Rostislav Goldstein, “le questioni di fusioni o divisioni tra le regioni devono rimanere nella disponibilità degli stessi abitanti, che decidono senza farsi condizionare dalle opinioni in libertà del primo Khusnullin che passa”, come riporta la Novaja Gazeta.

Le voci su una possibile soppressione della regione degli ebrei, in realtà, si rinnovano da almeno un decennio, ma gli ebrei siberiani sono decisi a difendere anche oggi la loro piccola “terra promessa” dell’Estremo Oriente.

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