18/10/2018, 12.15
SRI LANKA
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Sri Lanka, i giovani cattolici ‘usano la religione come strumento di pace’

di Melani Manel Perera

Le nuove generazioni subiscono l’influsso della tecnologia e sono esposti a diverse culture e tradizioni. Nel Paese è molto forte l’elemento confessionale perché i ragazzi vivono in famiglia fino a 25 anni, e qui apprendono cultura e tradizioni. Ateismo ed estremismo le sfide dei giovani d’oggi.

Colombo (AsiaNews) – Ateismo e estremismo sono le principali sfide per i giovani dello Sri Lanka, in una società sempre più dominata dalle moderne tecnologie e influenzata dalle mode occidentali. È quanto sostiene Chrishmali Peter, studentessa universitaria di religione cattolica, che ad AsiaNews racconta come vivono i ragazzi del suo Paese. Prima di tutto, tiene a sottolineare un aspetto: “La vita dei cattolici è differente. Anche i più piccoli sono molto devoti a Dio e alla Chiesa. Ovviamente questo dipende dall’educazione che ricevono in famiglia. I giovani hanno fede, e questa fede li porta ad avere una vita fatta di amore, rispetto, pace”.

Chrishmali è una ragazza di 22 anni e studia Scienze umane e sociali all’università Sri Jayawardhanapura [a sud della capitale Colombo, ndr]. È un membro attivo del movimento universitario degli studenti cattolici e in passato ha militato anche nel gruppo degli adolescenti della sua diocesi di Badulla. La sua famiglia vive a Bandarawela, dove anche lei contribuisce alla vita parrocchiale.

Secondo la giovane, la più grande motivazione dei coetanei è “avere successo nello studio, o cose simili. A volte si prendono cura dei fratelli più piccoli”. È convinta che ciò che contraddistingue le nuove generazioni dello Sri Lanka, rispetto agli altri Paesi, sia l’elemento confessionale. “La maggior parte dei ragazzi vive in famiglia almeno fino ai 25 anni. Sono seguiti dai genitori o dai parenti più anziani, che trasmettono la cultura e tramandano le abitudini. Per questo i valori religiosi sono così presenti tra la popolazione”.

I più giovani però, riporta, “subiscono l’influsso della tecnologia e sono esposti a diverse culture e tradizioni. Il conflitto che si genera tra la cultura locale e le mode occidentali e i social media provoca problemi. Il modo in cui risolvere questi problemi è oggetto di discussione. Alcuni non riescono ad accettare il fallimento e sono così devastati che trovano nella morte l’unica soluzione”. Invece altri, “che hanno trascorso l’infanzia immersi in un contesto religioso, sia esso quello del catechismo della domenica o altro, sono più capaci di accettare. Considerano felicità o tristezza come realtà della vita”.

L’ateismo è il risultato di tutte queste tendenze: “Le moderne generazioni rifiutano di accettare l’esistenza di Dio. Ciò provoca un gap tra le religioni e i giovani, la società diventa disumana e crudele, senza alcun senso di gratitudine nei confronti della spiritualità della natura. La morale è distrutta ogni giorno”. Altra conseguenza è l’estremismo: “Le persone usano la religione come arma per generare conflitti nelle comunità, e lo fanno per ottenere vantaggi politici, economici, sociali e ideologici”.

Da qui deriva una differenza fondamentale tra i giovani cattolici e quelli delle altre religioni: questi ultimi, “tendono a considerare la propria religione come diritto acquisito dalla nascita e insultano la fede degli altri trascurando la vera essenza delle religioni, che è amore, uguaglianza, libertà e rispetto”. I cattolici, al contrario, “usano la propria religione come strumento per costruire la pace in Sri Lanka”.

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