26/01/2023, 08.53
GEORGIA-RUSSIA
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Tbilisi reagisce alle accuse di aggirare le sanzioni a Mosca

di Vladimir Rozanskij

Secondo il Sogno Georgiano, partito al potere, l’export del Paese verso la Russia è cresciuto molto meno di quello con altri Stati. Cresciute però le importazioni di prodotti russi. Armenia usata come canale di transito di beni georgiani. Forniture dalla Turchia entrano in territorio russo passando dalla Georgia.

Mosca (AsiaNews) – Il presidente del partito al potere del Sogno Georgiano, Iraklij Kobakhidze, ha risposto alle accuse rivolte al governo della Georgia in una trasmissione della Cnn. In una conversazione con la giornalista Christiane Amanpour, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen aveva citato Tbilisi come esempio dell’aggiramento delle sanzioni, pratica che aiuta la Russia a resistere alle pressioni economiche dell’Occidente per l’attacco all’Ucraina.

Kobakhidze accusa la Amanpour di diffondere false informazioni, e la stessa Cnn di dare voce a una “vasta coalizione diretta contro gli interessi nazionali della Georgia”. Secondo i dati da lui riportati per confutare le accuse, nel 2022 l’export complessivo georgiano è aumentato del 33%, mentre verso la Russia l’aumento è fermo al 7%. In confronto crescono i commerci con altri Paesi: Cina (20%), Azerbaigian (27%), Turchia (35%), Usa (36%), Bulgaria (67%), Armenia (129%) e Kazakistan (148%).

Gli affari con la Russia, secondo il leader della maggioranza, non sono decisivi per la politica georgiana, anzi si sono ridotti, a differenza di quanto diffuso dalla Cnn: “Se la Georgia avesse esportato prodotti sanzionati in Russia, la sua bilancia commerciale sarebbe dovuta aumentare in modo proporzionale”. I tre quarti degli articoli entrati negli scambi con la Russia riguardano le bevande alcoliche (il vino georgiano è sempre stato molto diffuso in Russia) e analcoliche, la produzione agricola e le ferroleghe, quindi nulla che riguardi beni sanzionati.

Le accuse vengono al contrario rovesciate contro i Paesi europei, che “pagano quotidianamente centinaia di milioni di euro per importare merci dalla Russia”. Nel periodo tra febbraio e agosto 2022 le importazioni dalla Russia in Germania sono aumentate del 33%, in Polonia del 24%, in Italia del 100%, e con percentuali simili e superiori in quasi tutti gli altri Paesi, sostiene Kobakhidze.

A suo parere esiste un “partito della guerra globale”, che intende coinvolgere la Georgia nelle operazioni belliche in varie modalità e formati. In realtà, il leader di maggioranza non cita i dati della crescita delle importazioni dalla Russia, aumentate del 68%, e il fatto che la Russia è il secondo partner commerciale della Georgia, dopo la Turchia. In questo caso non si tratta di aggiramento delle sanzioni, ma di vantaggio economico derivato dalla posizione condiscendente del governo di Tbilisi nei confronti della guerra russa in Ucraina, senza applicare a sua volta le sanzioni, pur chiedendo di entrare nell’Unione Europea.

Esiste poi un giro d’affari per cui la Georgia ha aumentato le esportazioni in Armenia: si associa al fatto che Erevan può esportare in Russia con forti sgravi doganali, aderendo agli accordi per lo Spazio economico comune con Mosca, a differenza di Tbilisi.

Il maggiore vantaggio che la Georgia ha tratto dalla situazione creatasi nel 2022 è senz’altro il “boom turistico” e quello immobiliare dei russi in fuga e in transito, che ha portato nel Paese guadagni superiori ai 3,5 miliardi di dollari, con una crescita complessiva stimata al 182,5%. Un esponente delle opposizioni, il leader del partito Per la Georgia Mikhail Daušvili, sostiene che “il partito al potere manipola i dati e i concetti, cercando di mostrarsi contrario all’esportazione di prodotti agricoli in Russia, proprio per nascondere le pratiche di aggiramento delle sanzioni”.

Secondo uno dei leader del Movimento Nazionale, Roman Gotsiridze, “i dubbi dei politici occidentali non vengono tanto dalle statistiche sulle esportazioni, ma dalla crescita del transito di merci sanzionate in Russia attraverso il territorio georgiano”, che sarebbe aumentato di oltre il 100%, trasferendo i carichi provenienti dalla Turchia verso Novorossijsk, e utilizzando altri corridoi stradali e ferroviari, diventando un “partner di mediazione” senza assumersi direttamente le responsabilità dell’intero quadro.

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