25/06/2021, 13.43
INDIA
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Telangana, aperta inchiesta sulla cattolica dalit morta in una caserma di polizia

di Nirmala Carvalho

Lo hanno disposto i giudici dell'Alta Corte. Un ispettore e due agenti sono stati sospesi. Mariyamma era stata fermata per un furto di 200mila rupie, denunciato dalla parrocchia locale. Il vescovo Sarat Chandra Nayat: "La polizia deve indagare, ma la vita va sempre protetta". 

Mumbai (AsiaNews) – L'Alta Corte del Telangana è intervenuta sul caso della cattolica dalit morta dopo essere stata fermata dalla polizia nel distretto di Addagudur. Accogliendo un esposto presentato dalla People’s Union for Civil Liberties, i giudici hanno disposto l'apertura di un'indagine. Nel frattempo un ispettore e due agenti sono stati sospesi dal servizio.

Il 15 giugno la polizia aveva fermato la donna - di nome Mariyamma - insieme a suo figlio per interrogarli su un furto di 200mila rupie (circa 2.700 dollari) denunciato dal parroco del loro villaggio di Komatlagudem. L'avvocato della donna e del figlio sostiene che i due siano stati torturati per tre giorni. Il giovane ha parlato di percosse con la canna di bambù e cinghiate con alcune ferite sul suo corpo che lo proverebbero. Anche la madre sarebbe stata colpita. La polizia si difende dicendo che la donna avrebbe avuto invece un malore nella notte del 17 giugno e sarebbe stata portata nell'ospedale dove è morta il giorno dopo.

I giudici hanno incaricato il magistrato della città di Alair di condurre un'inchiesta. Se necessario, essi hanno chiesto che sia effettuata anche una seconda autopsia sul corpo della donna. Avevano chiesto anche le immagini delle telecamere a circuito chiuso della stazione di polizia, ma l'avvocato del governo del Telangana ha risposto che la struttura non è dotata di questi dispositivi, nonostante vi sia un'ordinanza della Corte suprema indiana che lo richiede.

L'apertura di un'indagine sulla morte di Mariyamma era stata chiesta anche dal vescovo di Behrampur, mons. Sarat Chandra Nayat, che è il presidente dell'ufficio per la promozione delle caste svantaggiate della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Mons. Nayat commenta ad AsiaNews: “La morte di chiunque mentre si trova in custodia presso la polizia è un fatto grave. Se c'è un'accusa di furto va condotta un'indagine appropriata e il tribunale stabilità chi è colpevole o innocente, ma la vita va sempre protetta e salvaguardata. La polizia dovrebbe avere a cuore la legge. Porgo le mie condoglianze alla famiglia colpita. L'indagine sulla morte di Mariyamma deve arrivare fino in fondo e ci dovrà essere un risarcimento. Chi è responsabile della sua morte deve rispondere dei reati previsti dalla legge sulle atrocità contro le caste svantaggiate”.

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