28/01/2022, 09.31
TURCHIA - GRECIA
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Tra Ankara e Atene gli affari vincono sulle dispute territoriali

di Marta Ottaviani

Dopo 12 anni si è riunito nella capitale ellenica il Comitato congiunto economico: firmato un memorandum su settori strategici, mentre gli scambi commerciali sono già triplicati dal 2005 a oggi. Ma a dividere turchi e greci restano le storiche divisioni su Cipro e i giacimenti nel Mediterraneo, oltre al nodo della gestione dei flussi di migranti.

MIlano (AsiaNews) - Non sarà il raggiungimento della pace della pace e nemmeno la chiusura di ferite che vanno avanti da secoli. Ma seguendo la teoria che più soldi possono portare almeno un po’ più di stabilità, sulla carta (al momento solo su quella) Turchia e Grecia sembrano aver compiuto un passo avanti. Lunedì 24 gennaio si è riunito, per la prima volta dopo 12 anni, il Jec, il Comitato congiunto economico. Il meeting si è svolto ad Atene ed è arrivato dopo il Jtc, il Comitato turistico congiunto, che aveva avuto luogo ad Atene lo scorso novembre, anche questo dopo 12 anni di pausa.

Almeno a livello teorico e pratico, la volontà di ricucire c’è tutta e il programma è vasto. Le delegazioni dei due Paesi hanno firmato un memorandum che prevede l’incentivazione agli scambi commerciali e l’incoraggiamento a investire reciprocamente nei Paesi, nonché la promozione di joint venture fra imprenditori turchi e greci. Il memorandum tocca anche temi particolarmente strategici, come la cooperazione nel settore energetico, nella ricerca e sviluppo e nella protezione dell’ambiente.

I buoni propositi, insomma, ci sono tutti, le reciproche convenienze anche. Ma rimangono sul tavolo i grandi temi politici, che rischiano di compromettere la realizzazione del memorandum.

«Le due delegazioni – spiega ad AsiaNews Alexandra Voudouri, analista del think-tank Macropolis, e specializzata nell’Europa sud orientale – hanno discusso argomenti importanti come turismo, energia, trasporti e le condizioni per portare avanti il memorandum. Al momento ci sono ancora tensioni fra i due Paesi, ma molte di queste rimangono a un livello retorico. Il fatto poi che ci siano questioni irrisolte di natura nazionale, politica e strategica non significa che possa essere portata avanti una cooperazione nel settore economico, commerciale, turistico, energetico etc…Per Atene, il fatto che ci sia un canale di comunicazione con Ankara è un aspetto di una certa importanza. Fonti diplomatiche hanno anche sottolineato come un clima positivo possa favorire discussioni costruttive e sviluppi nella regione».

I temi sul tavolo, però, rimangono e sono importanti. In primo luogo, Grecia e Turchia hanno in essere una disputa che dura da decenni e che riguarda la delimitazione delle acque territoriali. Atene, a differenza di Ankara, come altri 167 Paesi, nel 1994 ha sottoscritto l’Unclos, la convenzione internazionale che sancisce anche la definizione di Zona Economica Esclusiva (EEZ), ossia un’area di mare in cui il Paese in questione ha i diritti sovrani per la gestione delle risorse naturali, quindi anche energetiche, oltre a poter decidere dove e quando installare strutture come piattaforme petrolifere. L’estensione della Zona Economica Esclusiva arriva fino a 200 miglia nautiche, questo significa che Atene ha il diritto di sondare buona parte delle acque dell’Egeo. Sempre legata alle acque territoriali c’è la questione della rivendicazione di alcune isole, da parte della Turchia, prima fra tutte Castellorizo, che con la sua EEZ crea una continuità fra zone di pertinenza elleniche e greco-cipriote che la Turchia non riconosce. Direttamente legato a questo tema, c’è la questione delle esplorazioni nelle acque del Mediterraneo per trovare i giacimenti di gas.

Dal 1974, poi, c’è il problema, enorme, dell’isola di Cipro, invasa dalle truppe turche e che dal 2004 vive una situazione paradossale La parte grecofona è membro della Ue, la parte turcofona non è riconosciuta dalla comunità internazionale. Anche in questo caso, rimangono tutte le questioni relative allo sfruttamento delle acque, con la Turchia che agisce come garante della KKTC, la Repubblica turca di Cipro Nord.

Per concludere, c’è la tragedia dei migranti che ogni anno lasciano la Turchia per cercare di approdare sulle isole greche e che Ankara nel 2020 ha ammassato sul confine di terra con la Grecia, minacciando di farli passare tutti, usando le loro sofferenze come un’arma di ricatto.

Insomma, i nodi da scogliere sono tanti, ma fino a questo momento non hanno fermato gli affari. Nel 2021, l’interscambio fra Grecia e Turchia ha registrato un incremento del 69,2% rispetto all’anno precedente ed è triplicato dal 2005. «Credo che entrambe le parti beneficeranno di questo memorandum in modo equo – conclude Voudouri -. Parlando in termini realistici, una Turchia instabile economicamente creerebbe problemi a molti, non solo alla Grecia, a molti livelli».

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