10/02/2017, 13.54
PAKISTAN
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Una culla per tutti i bambini abbandonati: la Edhi Foundation contro ogni discriminazione (Video)

di Kamran Chaudhry

La fondazione filantropica gestisce la più grande rete di ambulanze del Paese, orfanotrofi e centri per il recupero dalle tossicodipendenze. Nel 2016 trasportati oltre 67mila pazienti; celebrati i funerali per 994 persone; sepolte altre 296. L’appello della Caritas affinchè il governo sostenga le iniziative.

Lahore (AsiaNews) – Oltre 67mila pazienti trasportati in modo del tutto gratuito nella sola capitale del Punjab; organizzati 994 funerali; seppelliti i corpi non reclamati di 296 persone morte nei 2.025 centri medici sparsi su tutto il territorio del Pakistan. Sono alcuni numeri della Edhi Foundation, la più grande organizzazione filantropica del Paese fondata da Abdul Sattar Edhi, considerato il “Madre Teresa pakistano”. Le strutture accolgono bambini abbandonati, tossicodipendenti, anziani e poveri. La caratteristica comune è che al di fuori c’è sempre una culla, dove possono essere lasciati bambini indesiderati. Questo perché il filantropo ripeteva sempre: “Non uccideteli, metteteli nella culla. Noi ci prenderemo cura di questi innocenti”.

Abdul Sattar Edhi era una delle persone più amate in tutto il Pakistan. Suo figlio ha inviato una testimonianza al Simposio di AsiaNews su Madre Teresa. Oggi la Edhi Foundation gestisce la più ampia rete di ambulanze del Paese, oltre a scuole, ospedali, orfanotrofi, case per anziani e centri di recupero dalle tossicodipendenze.  A gennaio 2017 le strutture di Lahore hanno accolto 278 persone tra uomini e donne tossicodipendenti, bisognosi e fuggiti di casa; 134 di essi hanno fatto ritorno alle proprie abitazioni. Inoltre gli operatori hanno distribuito almeno 9.840 pasti gratuiti e curato 12.560 casi.

Zameer Ahmad, dipendente della fondazione a Lahore, riferisce che il “Madre Teresa pakistano” di solito diceva a chi lo criticava: “La mia ambulanza è più umana di te”. “I nostri ulema – aggiunge – sono più interessati alla politica. Egli invece ha lavorato per le persone di qualsiasi religione. Noi portiamo avanti la sua missione, nessuno dei nostri servizi è stato sospeso dopo la sua morte”.

Il lavoro dell’organizzazione è apprezzato anche dai cristiani. Per questo p. Francis Gulzar, segretario esecutivo della Caritas di Lahore, lancia un appello affinchè il governo di Islamabad aiuti e promuova le iniziative. Ad AsiaNews afferma che “il mondo intero conosce il filantropo per l’aiuto che dà ai poveri del Pakistan. Egli restituisce loro dignità e identità. Nella nostra società segnata da estremismo e discriminazione, abbiamo bisogno di personalità simili”.

P. Gulzar, che è anche vicario generale dell’arcidiocesi di Lahore, ricorda il primo incontro con Abdul Sattar Edhi, deceduto lo scorso anno. “Sono stato colpito – dice – dalla sua semplicità. Indossava solo due vestiti, seppelliva persone che altri non volevano nemmeno sfiorare. I suoi coraggiosi collaboratori lavorano nel mezzo di bombardamenti e disastri”.

Zameer Ahmad riporta che “nei centri non incoraggiamo discussioni sulla religione o sulla politica. Il nostro unico impegno è pregare e lavorare per il benessere delle persone bisognose”. Sapendo che le strutture accolgono i bambini abbandonati, conclude, “molte famiglie cristiane ci contattano per l’adozione, dato che non esistono orfanotrofi per non musulmani. Purtroppo non abbiamo mai collaborato con le suore di Madre Teresa, che gestiscono case per disabili mentali e fisici. Speriamo che in futuro saranno più disponibili”.

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