05/06/2017, 10.11
INDIA
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Vescovi indiani incontrano il capo del partito indù: una ‘occasione sprecata’

di Nirmala Carvalho

Amit Shah è il presidente del Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù al governo. Un "incontro casuale". Affrontrate solo questioni interne, non argomenti cocenti per la minoranza cristiana. Scopo politico della visita è attrarre l’elettorato cristiano.

Thiruvananthapuram (AsiaNews) – Amit Shah, presidente del Bjp (Bharatiya Janata Party), il partito nazionalista indù al governo, ha incontrato in Kerala alcuni vescovi indiani, in rappresentanza dei vari riti della Chiesa cattolica e di alcune Chiese ortodosse. L’incontro è avvenuto lo scorso 2 giugno a Kochi, capitale commerciale dello Stato nell’India del sud. Secondo A.P. Jimmy, portavoce della Chiesa siro-malabarese, si è trattato di una “visita casuale. Dato che [Shah] è il capo del partito che governa il Paese, sono state affrontate questioni correlate al Kerala, come l’agricoltura e altri temi”. Secondo alcuni commentatori, quella dei vescovi sarebbe un’opportunità sprecata. Infatti essi avrebbero potuto affrontare questioni più cocenti per la comunità cristiana, come la visita del papa in India o il sequestro di p. Tom Uzhunallil, il salesiano rapito in Yemen a marzo 2016.

L’incontro è avvenuto nel locale Revival Centre. Tra i partecipanti, il card. Moran Mar Baselios Cleemis, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), e il card. George Alencherry, arcivescovo maggiore della Chiesa siro-malabarese.

Ad AsiaNews p. AXJ Bosco, direttore di CITRA, centro sociale dei gesuiti, afferma: “I nostri leader non dovrebbero esitare nel portare avanti in modo aperto e coraggioso le nostre istanze di fronte ai capi del Bjp. I fondamentali indù sono incoraggiati in modo schietto dal Bjp. [Il premier Narendra] Modi parla di pace e libertà, ma non fa ciò che dice”.

Facendo riferimento al bando sulla carne di vacca, imposto dal governo dell’Unione su tutto il territorio nazionale, e che ha trovato in Kerala una forte opposizione dell’amministrazione locale, il sacerdote attivista sottolinea: “Anche se i nostri leader non parlano di temi cristiani, essi devono parlare di diritti umani”.

I commentatori rintracciano nella riunione una connotazione esclusivamente politica, nel tentativo dei nazionalisti indù di diffondere il consenso politico tra i cristiani dello Stato, che qui rappresentano il 18-20% dell’elettorato. P. Paul Thelakat, ex portavoce della Chiesa siro-malabarese, ritiene che non ci sia “nulla di sbagliato nell’incontrare il capo di un partito politico. Ma i vescovi devono recarsi da un politico nel momento in cui ci sono questioni ragionevoli che interessano anche gli stessi vescovi. Il fatto che i vescovi del Kerala abbiano mostrato entusiasmo in occasione dell’incontro con il presidente del Bjp, le cui politiche e programmi sono noti a tutti, potrebbe dare un messaggio sbagliato”.

“Sappiamo – aggiunge – che nonostante le richieste della Cbci, il governo dell’India non ha invitato papa Francesco. Inoltre in molte parti del Paese i cristiani vivono nella paura. Solo in Kerala vengono sollevate obiezioni sull’operato del governo. Se l’occasione fosse stata utilizzata per dare ascolto alle nostre paure, allora sarebbe stata benvenuta. Da quanto appreso, sul tavolo sono state presentate alcune preoccupazioni delle minoranze cristiane”.

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