19/03/2013, 00.00
BRASILE – ASIA – VATICANO
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Vescovo del Pime: Francesco, un Papa missionario e pastore per la Chiesa

di Dario Salvi
Mons. Giuliano Frigeni di Parintins (Amazzonia) racconta un pontefice dedito all’evangelizzazione, sull’esempio dei gesuiti. L’allora cardinale Bergoglio ha curato il documento finale “Discepoli e missionari” della Conferenza Generale dei vescovi sud-americani. Una suora della diocesi missionaria a Hong Kong. L’attesa per la Gmg di Rio de Janeiro.

Parintins (AsiaNews) - Dopo il "carisma di Giovanni Paolo II" e la "scienza di Benedetto XVI", la Chiesa universale è affidata a "un papa che viene dalla pastorale", capace di valorizzare "lo spirito missionario, partendo dall'esempio dei gesuiti" che hanno evangelizzato il continente sud-americano nel XVI°  secolo. Così mons. Giuliano Frigeni, sacerdote del Pontificio istituto missioni estere (Pime), in Brasile dal 1978, descrive ad AsiaNews papa Francesco, che proprio oggi in piazza San Pietro celebra  la messa di inizio pontificato. Alla guida della diocesi di Parintins (Amazzonia) dal 19 marzo 1999, il prelato di origini italiane ha avuto modo di osservare da vicino l'ex arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio durante incontri, conferenze e seminari della Chiesa latino-americana. E lo descrive come una personalità "forte ma al contempo delicata, umile, intelligente; pur essendo un gesuita e fine erudito, è assai attivo e dedito alla pastorale". 

Lo spirito missionario di papa Francesco emerge in tutta la sua chiarezza nel documento finale della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano, che si è svolta nel maggio 2007 ad Aparecida, in Brasile, partendo dal titolo "Discepoli e missionari di Gesù Cristo, perché i nostri popoli in Lui abbiano la vita". Redatto grazie "all'impegno personale" dell'allora card. Bergoglio, il testo finale "è quanto di più bello sia emerso negli ultimi anni in tema di evangelizzazione e missione ad gentes". Per mons. Frigeni, infatti, esso "segna la vita della Chiesa del Sud America" e le imprime uno "sguardo sul mondo", perché "l'essenza del cristianesimo consiste proprio nel compito missionario, che è affidato a ciascun fedele". 

Il vescovo dell'Amazzonia, immerso in una realtà contraddistinta da ampie sacche di povertà e arretratezza seppur in un contesto ricco di materie prime ed elementi naturali, ricorda che proprio "nell'incontro con Cristo, come ha evidenziato papa Bergoglio, consiste l'unicità della Chiesa". "Essa può anche lavorare per i poveri - continua mons. Frigeni - ma la sua opera non si deve confondere con quella di una qualsiasi organizzazione umanitaria. La Chiesa non è una Ong, il suo compito è evangelizzare partendo dall'unità del suo popolo". 

A testimonianza del rinnovato impegno missionario del pontefice, mutuato anche dall'appartenenza all'ordine dei gesuiti, il prelato di origini italiane racconta un esempio concreto che proviene proprio da Parintins. "Nascono sempre maggiori vocazioni, come conferma la scelta di una giovane suora che ha lasciato l'Amazzonia per andare in missione a Hong Kong. Al contempo, da noi sono arrivate alcune suore provenienti dalla Papua Nuova Guinea. Questo - aggiunge mons. Frigeni - è lo spirito missionario proposto negli anni dall'allora card. Bergoglio. La missione è il dono più prezioso che unisce l'America Latina al mondo ed è il segno più evidente e tangibile della vitalità della Chiesa sud-americana". Ripercorrendo il cammino di alcune grandi figure della storia della Chiesa in Asia come San Francesco Saverio, Matteo Ricci e Roberto de Nobili, emerge che il "Vangelo diventa sempre proposta e risposta per i popoli e la via per soddisfare il bisogno di infinito che è dentro nel cuore di ogni uomo". Al contempo, l'impegno per il dialogo interreligioso e per la pace emerge fin dal richiamo al "santo di Assisi del quale ha preso il nome", a dimostrazione che il nuovo papa "vuole andare subito all'essenziale, spoglio di tutto". 

Infine un pensiero alla Giornata mondiale della gioventù 2013, in programma a fine luglio a Rio de Janeiro, in Brasile, alla quale prederà parte anche mons. Frigeni in qualità di delegato responsabile della pastorale giovanile dei vescovi dell'Amazzonia. "Sarà un momento fondamentale di incontro e confronto con i giovani - conclude il prelato - ma un test importante anche per noi sacerdoti e vescovi. A papa Francesco, durante l'incontro, domanderò la sua benedizione, come egli l'ha chiesta a Dio attraverso il suo popolo la sera dell'elezione. Gli chiederò di pregare perché possiamo essere liberi dalle apparenze, perché possiamo vivere e amare il silenzio come luogo di ascolto di un'Altra voce".  

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