07/01/2020, 11.29
TURCHIA - UCRAINA
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​Bartolomeo: Costantinopoli opera da Chiesa Madre del pianeta ortodosso

di NAT da Polis

Celebrato un anno da quando il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha concesso l’autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina . Il metropolita Makarios: la divisione da Mosca nasce nel rifiuto di essere soggetti alla volontà politica di altri e di non poter servire il popolo ucraino.

Istanbul (AsiaNews) – Una solenne liturgia (nella foto) ha ricordato che ieri si è compiuto un anno da quando il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha concesso l’autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina .

Un atto quello della concessione dell’autocefalia, che ha provocato  la rottura  unilaterale della comunione sacramentale di Mosca con il Patriarcato ecumenico prima, e in seguito, per lo stesso motivo, con la Chiesa di Grecia e il patriarcato di Alessandria.

Si ricorda che la Chiesa ortodossa ucraina che sino al 1991 faceva parte del Patriarcato di Mosca, in seguito alla fine dell’Unione sovietica e la conseguente nascita della nazione ucraina,  si era divisa in tre entità ortodosse. Quella guidata da Filarete auto proclamatosi patriarca di Kiev, quella di Vladimir, rimasto fedele a Mosca, al quale è succeduto l’attuale Onofrio e quella dell’arcivescovo Makarios autoproclamatosi capo della Chiesa autonoma ortodossa ucraina.

Costantinopoli dopo vari tentativi di ricomporre lo scisma, al fine di superare le  scissioni ed eleggere un unico primate ha proceduto un anno fa alla formazione di un unico sinodo costituente della nuova Chiesa autocefala, azzerando le esistenti Chiese ortodosse ucraine, secondo le sue prerogative, sancite  dai cannoni vigenti nel mondo ortodosso.

In questo tentativo di ricomposizione sono confluito i fedeli di Filarete, di Makarios e due vescovi di Onofrio, che hanno proceduto alla elezione del nuovo primate ortodosso dell’Ucraina, Epifanios.

Va pure ricordato che la maggior parte delle diocesi e monasteri appartengono al metropolita Onofrio di Mosca, il quale con la nascita dello Stato indipendente ucraino, nel 1991, si era espresso a favore dell’autocefalia, mentre la maggiore parte dei fedeli ortodossi ucraini frequenta la nuova Chiesa autocefala ucraina.

E proprio domenica 5 gennaio, alla vigilia dell’Epifania, che il Patriarcato ecumenico, come la  maggioranza delle Chiese autocefale ortodosse, festeggia secondo il calendario gregoriano , si è celebrata la messa in presenza dei delegati di Kiev, in ricordo dell’autocefalia concessa alla Chiesa ucraina un anno fa.

Nel suo discorso di ringraziamento, il capo delegazione della Chiesa ucraina, il   metropolita Makarios di Lviv, ha ricordato  che per secoli la Chiesa ortodossa del suo  Paese attendeva la concessione della propria autocefalia, ottenuta finalmente il 6 gennaio del 2019, grazie al coraggio del patriarca ecumenico Bartolomeo.

E’ stato un anno molto difficile ha dichiarato il metropolita Makarios, durante il quale abbiamo subito offese e sentito dire che siamo stati succubi di Costantinopoli . Al contrario, ha sottolineato il metropolita “quelli che ci hanno rivolto queste accuse sono coloro che veramente sono stati storicamente succubi dei vari poteri politici”. Ha poi ricordato a chi li accusava di non essere canonicamente ordinati, che proprio il defunto metropolita Vladimir (legato a Mosca ) li ha sempre accolti con dei doni e non ha mai parlato di ordinazioni non canoniche, ma li invitava solo a rifiutare Costantinopoli. Ha poi ricordato che la loro divisione da Mosca nasce nel rifiuto di essere soggetti alla volontà politica di altri e di non poter servire il popolo ucraino, secondo la tradizione Costantinopolitana. Ha infine ha ringraziato il patriarca ecumenico Bartolomeo per aver liberato la Chiesa ucraina.

Nel suo intervento, Bartolomeo ha sottolineato che la Chiesa madre di Costantinopoli ha sempre esercitato la sua diaconia con affetto materno, come Chiesa madre e non come Chiesa matrigna , al solo fine di contribuire alla soluzione di questioni gestionali  delle Chiese ortodosse, che non potevano vivere in piena  libertà, come ha ricordato anche il rappresentante della Chiesa ucraina. Nella sua storia millenaria, ha aggiunto Bartolomeo, la sede di Costantinopoli ha cercato, avendo come bussola i suoi doveri sanciti dai sacri canoni, di rinforzare il Corpo di Cristo, la sua Chiesa, senza mai intaccare la sua natura teandrica .

Al contrario, ha sottolineato Bartolomeo, alcuni agiscono per trasformare la Chiesa di Cristo in una istituzione secolarizzata, motivo per cui affrontano varie questioni con dei criteri privi di fondamenti teologici e considerazioni ecclesiologiche. Il patriarca ecumenico ha infine lodato il patriarca di Alessandria Theodoros per avere riconosciuto l’autocefalia ucraina, ma allo stesso tempo ha ritenuto poco felice la proposta del patriarca di Gerusalemme Theofilos, il quale ha invitato i primati  delle Chiese ortodosse ad Amman di Giordania, per ristabilire l’unità sacramentale tra gli ortodossi. Bartolomeo lo ha invitato a indirizzare questo messaggio a chi ha interrotto  unilateralmente l’unità sacramentale con le altre Chiese, cioè a Mosca.

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