Già prima dell'inizio dei raid istraeliani e della reazione iraniana, negli ultimi giorni a Gaza City internet era ferma. Per la prima volta dall'inizio del conflitto anche la parrocchia latina della Sacra Famiglia non riesce a far uscire notizie. Preoccupazione per la situazione umanitaria che resta critica. P. Ibrahim Faltas: "La comunità internazionale deve trovare una soluzione a questa situazione disumana. Continuiamo a pregare".
La Pentecoste e il "Giorno della Russia" caduti a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. "Dove sei, mia Chiesa?" si è chiesto amaramente p. Andrej Misjuk invocando il ritorno a una fede che "non sopporti la menzogna, non benedica quelli che è impossibile benedire, e di nuovo s’incammini sulla via che da Gerusalemme conduce verso l’Eterno”. Mentre nella sua nuova "Favola" Vladimir Sorokin racconta il mondo post-apocalittico.
Ad AsiaNews l’arcivescovo di Teheran-Ispahan dei latini racconta la preoccupazione per l’escalation delle ultime ore. Il porporato - che ha partecipato al conclave che ha eletto Leone XIV - era stato nominato da papa Francesco proprio per mantenere viva “la presenza” cristiana con il compito di “integrare, includere, essere in contatto con la nazione nei suoi vari livelli”.
A Hong Kong costretta a interrompere le attività anche l'ong che rilanciava le notizie sulle proteste spontanee dei lavoratori e gli incidenti sul lavoro nella Cina continentale. A farla nascere nel 1994 era stato l'attivista Han Dongfang, che a piazza Tiananmen nel 1989 aveva provato a dare vita a un sindacato indipendente. Poche ore dopo l'annuncio già disattivato il sito internet. Sono ormai 60 i gruppi della socità civile che si sono sciolti dal 2020.
Il presidente libanese primo capo di Stato della regione in udienza dal pontefice proprio nelle ore dell'attacco israeliano a Teheran. Nella nota della Santa Sede il riferimento alle “buone relazioni” con Beirut e il sostegno al “processo di stabilizzazione e riforme”. Preoccupazione in Libano per il nuovo fronte di guerra: Hezbollah assicura che non intraprenderà “iniziative militari”. In gioco anche il destino di Unifil.
La tragedia che ieri ha cionvolto un Boeing 787 Dreamliner, con oltre 200 vittime, getta una pesante ombra sul rilancio di Air India, da pochi anni tornata sotto la gestione del gruppo Tata. L'incidente, il primo mortale per questo modello, colpisce la compagnia nel pieno di un'ambiziosa espansione , mentre l'India punta a diventare un hub aeronautico globale. Le indagini si concentrano sulla spinta del motore, ma richiederanno tempo.