07/06/2025, 10.45
MYANMAR
Invia ad un amico

Travel ban di Trump: un duro colpo alle speranze dei rifugiati birmani

di Gregory

Le restrizioni migratorie imposte dall'amministrazione Trump hanno avuto un impatto devastante sui cittadini del Myanmar, colpendo in modo sproporzionato rifugiati e studenti. Molti di loro, in attesa da anni nei campi profughi, vedono ora infrangersi i loro sogni di una vita migliore negli Stati Uniti, mentre le nuove politiche rischiano di creare un precedente pericoloso a livello globale.

Bangkok (AsiaNews) - La sospensione dei visti ad alcuni Paesi da dall'amministrazione guidata da Donald Trump ha colpito anche il Myanmar. Le misure restrittive sono state giustificate con l'affermazione che quasi la metà dei titolari di visto studentesco birmani si fermi negli Stati Uniti oltre la scadenza. Ma in realtà le persone più colpite da questa misura saranno immigrati e rifugiati che da tempo vivono nei campi profughi della Thailandia e della Malaysia e cercano di avere accesso a un lavoro o un percorso di studi negli Stati Uniti.

Il divieto di viaggio ha quindi gettato un'ombra di disperazione, soprattutto su chi era a un passo dal completare il processo di immigrazione per gli Stati Uniti, compresi coloro che avevano intenzione di ricongiungersi con i propri familiari. Persino coloro che hanno avuto la fortuna di vincere la lotteria della "Diversity Visa" ora vivono nell'incertezza, provati dalla delusione e con il loro futuro appeso a un filo.

Nicolas Seng Ja, uno studente i cui sogni di studiare in un'università statunitense sono ora in pericolo, ha espresso i suoi sentimenti, facendosi portavoce di molti suoi coetanei: "Il bando appare profondamente ingiusto, specialmente per persone comuni come studenti e famiglie in fuga dalle persecuzioni, che non hanno alcun legame con le ragioni dietro queste restrizioni".

"Questa politica rappresenta un ostacolo significativo per i rifugiati del Myanmar", ha affermato Seng Naw, volontario in un campo profughi. "Limita il nostro accesso a un'istruzione di qualità e a una vita migliore, elementi essenziali per i giovani rifugiati che cercano di ricostruire la loro esistenza".

Le ripercussioni delle nuove restrizioni sui viaggi toccano anche chi aveva già ottenuto il visto per trasferirsi negli Stati Uniti dalla Malaysia o dalla Thailandia. Queste limitazioni complicano ulteriormente la situazione già precaria dei rifugiati e dei richiedenti asilo: bloccati in un limbo, non possono fare ritorno in Myanmar, faticano a sopravvivere dove si trovano e ora affrontano ulteriori barriere per raggiungere gli Stati Uniti.

Aung Kyaw Min, un attivista per i diritti dei migranti reisidente in Thailandia, ha assistito con i suoi occhi alla distruzione di speranze e sogni tra la popolazione di rifugiati. "Questa decisione colpisce in modo sproporzionato i più vulnerabili: rifugiati e richiedenti asilo", ha spiegato.

Robert Nay Win, un'importante figura giovanile a Yangon, vede il divieto di viaggio come un serio freno alle aspirazioni di molti giovani birmani. "Restiamo fiduciosi che le politiche future saranno improntate ai principi di equità, compassione e una comprensione approfondita del complesso contesto del Myanmar, garantendo ai rifugiati la dignità e le opportunità che meritano", ha dichiarato. Tuttavia, i potenziali effetti a catena di questa politica sono motivo di seria preoccupazione. Altri Paesi potrebbero adottare misure migratorie altrettanto restrittive, rendendo ancora più arduo per i rifugiati trovare luoghi sicuri. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Detroit: più di 100 migranti irakeni cristiani a rischio di rimpatrio
06/07/2017 13:07
Dopo tre anni un nuovo vescovo per Ban Me Thuot
05/03/2009
Guterres nuovo segretario dell’Onu: “La dignità umana al centro del mio lavoro”
14/10/2016 11:42
Papa: Siria e Corea nel colloquio con Ban Ki-moon
09/04/2013
Allarme Unhcr sull’emergenza umanitaria. Ban Ki Moon: situazione sconvolgente
25/05/2009


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”