Sono 9 milioni quelle non abitate, quasi il 14 per cento del patrimonio edilizio residenziale del Paese. Un fenomeno destinato ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione. A incidere è lo spostamento delle persone delle prefetture periferiche verso Tokyo, ma anche gli anziani che muoiono o vanno in casa di riposo. Gli edifici non sono oggetto di manutenzione, esposti a crolli e incendi dolosi.
Un anno fa iniziavano le violenze tra Meitei e i Kuki che hanno dilaniato la Stato nord-orientale provocando almeno 220 morti. In una situazione che resta tesa e piena di ferite mons. Linus Neli ha indetto tre giornate di digiuno e preghiera: “Conosciamo bene l’attuale scenario di segregazione etnica. Ma noi invochiamo il giorno in cui sapremo vivere di nuovo insieme e chiediamo gesti conreti alle autorità”.
Ancora profondo disaccordo tra il Libano e Bruxelles sulla presenza di oltre due milioni di persone nel Paese prive di documenti ufficiali. Il Paese dei cedri ne chiede il rimpatrio, mentre l’Europa vuole solo scongiurare una migrazione verso le proprie coste, offrendo in cambio denaro. Al vaglio un piano di aiuti per un miliardo di euro in quattro anni.
Nonostante le sbandierate campagne anticorruzione del presidente, a Tashkent è venuta alla luce una vicenda di contratti estremamente vantaggiosi a beneficio di una società legata alla sua famiglia. Con al centro il genero Umarov, "eminenza grigia" di un sistema di potere che va dalle grandi imprese al mondo dello sport.
Oggi il pontefice ha ricevuto in Vaticano il leader giordano. La Santa Sede evidenzia il colloquio “cordiale” e l’impegno comune su molti fronti. Sacerdote giordano: relazioni “consolidate”, Amman “modello” nelle relazioni fra cristiani e musulmani. Preoccupazione per l’escalation nella regione, l’importanza del turismo “in particolare quello religioso”.
Il nuovo primo ministro dell'arcipelago sarà Jeremiah Manele, che ha già ricoperto l’incarico di ministro degli Esteri. Gli analisti si aspettano che, nonostante i legami con la Cina, addotti un approccio meno conflittuale. Ma la competizione resta aperta tra le nazioni del Pacifico, divise tra la fedeltà ai partner occidentali e gli accordi (soprattutto sulla sicurezza) con Pechino.