12/04/2024, 14.58
VATICANO
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Dal 2 al 13 settembre papa Francesco nel Sud-est asiatico e in Oceania

Confermato ufficialmente dalla Santa Sede il lungo viaggio che toccherà Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Il card. Goh dalla città-Stato dove buona parte della popolazione ha radici cinesi: "Ci porti rinnovato fervore in questi tempi così difficili". La prima volta di un pontefice nella cattolica Dili dopo l'indipendenza; il card. Carmo da Silva: "Viene a rinsaldarci nella fede e nell'amore". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Il lungo viaggio che a fine estate dovrebbe portare papa Francesco in Asia e Oceania si farà. Dopo le prime notizie fatte filtrare a gennaio dal governo della Papua Nuova Guinea e l’annuncio dato qualche giorno fa dai vescovi dell’Indonesia, il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni con una dichiarazione ufficiale ha confermato l’appuntamento, indicando nel dettaglio tutte le date e le tappe. “Accogliendo l’invito dei rispettivi capi di Stato e delle autorità ecclesiastiche - si legge nella nota - papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Est e Singapore dal 2 al 13 settembre, recandosi a Jakarta dal 3 al 6 settembre, a Port Moresby e a Vanimo dal 6 al 9 settembre, a Dili dal 9 all’11 settembre, e a Singapore dall’11 al 13 settembre”. Come è prassi, il programma dettagliato di ciascuna di queste tappe sarà poi pubblicato più a ridosso del viaggio.

Questo lungo e impegnativo itinerario di 12 giorni - confermato nonostante le fatiche nella salute tornate a manifestarsi negli ultimi mesi - conferma ancora una volta la grande attenzione di papa Francesco per l’Asia. Tre dei Paesi toccati – Indonesia, Papua Nuova Guinea e Timor Est – sono gli stessi della visita che il pontefice avrebbe già dovuto compiere nel 2020, ma fu poi costretto ad annullare a causa della pandemia. Ora si aggiunge anche Singapore, grande crocevia del Sud-est asiatico e - come era stata la Mongolia lo scorso anno - un altro luogo privilegiato per parlare al popolo e alla cultura cinese, essendo tre quarti della sua popolazione di etnia cinese.

Resta fuori, invece, il Vietnam che negli ultimi mesi si era sperato potesse aggiungersi, visti i passi avanti compiuti nelle relazioni tra Hanoi e la Santa Sede e il grande desiderio dei cattolici vietnamiti di accogliere la visita del pontefice. Ma il viaggio per papa Francesco sarà già estremamente impegnativo. E anche l’uscita di scena improvvisa del presidente Vo Van Thuong, che a dicembre aveva rivolto un invito ufficiale a papa Francesco, probabilmente ha pesato. Come però sta dimostrando in queste ore la visita in Vietnam di mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, la porta per un viaggio del papa appare aperta e l’appuntamento probabilmente è solo rinviato.

La conferma ufficiale del viaggio di settembre è stata rilanciata oggi anche dalle Chiese che il pontefice visiterà. L’arcidiocesi di Singapore ha già messo on line un sito internet dedicato all’evento. In una nota l’arcivescovo William Goh, che proprio papa Francesco ha voluto nel collegio cardinalizio, ricorda l’unico precedente della visita di un papa a Singapore: "Sono passati 38 anni - scrive - dall'ultima visita del vicario di Cristo a Singapore, quando papa Giovanni Paolo II ci onorò della sua presenza il 20 novembre 1986. Spero che questa visita porti un rinnovato fervore a tutti i cattolici di Singapore, unendoli nella fede e nella missione, soprattutto in questi tempi così difficili". L’arcidiocesi ha anticipato anche che - insieme agli impegni ufficiali di Stato - il momento clou della tappa di papa Francesco nella città-Stato del Sud-est asiatico sarà una grande celebrazione eucaristica che dovrebbe tenersi il 12 settembre.

Anche a Dili, la capitale di Timor Est, la conferenza episcopale ha dato oggi l’annuncio ufficiale con una conferenza stampa a cui hanno preso parte il card. Virgilio do Carmo da Silva e il nunzio apostolico mons. Marco Sprizzi. L'arrivo di Francesco sarà un momento importantissimo per questo Paese (l’unico insieme alle Filippine a maggioranza cattolica in Asia) che ha ottenuto la sua indipendenza solo nel 2002, dopo tanto sangue e sofferenze. Già Giovanni Paolo II aveva fatto tappa a Dili nel 1989, ma era successo quando ancora Timor Est era una provincia dell’Indonesia che reclamava la sua indipendenza. L’arcivescovo di Dili ha espresso la gioia della Chiesa locale per l’appuntamento di settembre e ha auspicato che “tutto il popolo timorese abbia l’opportunità di partecipare all’incontro con il papa, che viene prima di tutto per rinsaldarci nella fede e nell’amore di Cristo”. “Prepariamoci ad accogliere il Santo Padre - ha aggiunto il segretario della conferenza episcopale di Timor-Est p. Carlos Miguel Pereira - pregando perché questa visita rappresenti un momento in cui rinvigorire la nostra partecipazione alla costruzione della nostra comunità ecclesiale e civile, vivendo la nostra fede e purificando la nostra cultura”. 

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