Alla vigilia della festa di Eid Al Adha, l’esercito israeliano ha sferrato una delle più imponenti ondate di attacchi. Il vano tentativo di Aoun di bloccare l’operazione militare e le nuove minacce del ministro israeliano della Difesa. Hezbollah usa la “diplomazia lenta” sul modello iraniano. Di contro vi è una certa impazienza in Israele per le politiche Usa nella regione.
Jomana Solman, project manager del Syria Justice and Accountability Center, chiarisce ad AsiaNews che non è stato recuperato alcun corpo dalle aree dove si trovava il gesuita romano rapito nel 2013. L’organizzazione continua a lavorare sulle fosse comuni nel nord-est della Siria, ma l’identificazione dei resti è complessa e costosa. La recente diffusione di notizie false ha alimentato le speranze dei familiari dei desaparecidos.
Ad AsiaNews il nunzio a Damasco sottolinea che, al momento, non si hanno notizie certe. Da ore si rincorrono voci del rinvenimento di un corpo in una fossa comune vicino Raqqa, vestito in abiti religiosi e riconducibile al gesuita romano. Anche la famiglia manifesta dubbi. Mons. Mourad: “La sola certezza è che la figura di p. Paolo è ancora molto importante fra i cristiani siriani”.
L’annuncio di Trump potrebbe innescare una “distensione” economica oltre a favorire il ritorno dei rifugiati siriani. Ricostruzione, scambi commerciali e bancari saranno di nuovo possibili fra Beirut e Damasco. E resta sullo sfondo la possibile normalizzazione con Israele. Walid Joumblatt ricorda la condizione principale per i Paesi arabi: “La pace in cambio dei territori”.
Fuochi d’artificio e festeggiamenti in Siria dopo l’annuncio del presidente Usa. Il nuovo governo guidato da Ahmed al-Sharaa, che ha incontrato Trump a Riyadh, in Arabia Saudita, cerca legittimità internazionale, mentre cresce l’interesse dei Paesi della regione alla riapertura dei commerci. Ma oltre 10 anni di embargo hanno lasciato profonde ferite economiche e sociali che sarà difficile sanare.
Nelle aree nei giorni scorsi al centro degli scontri tra le milizie dei drusi e gruppi di islamisti, la situazione non si è ancora stabilizzata. Viaggio nel villaggio cristiano di Khabab, non coinvolto direttamente, ma accomunato dalla situazione precaria a causa della siccità e delle privazioni economiche. “Non è finita solo perché il regime è stato rovesciato. Speriamo in Dio più che negli uomini", dice ad AsiaNews suor Mona Dhem delle Suore della Carità di Santa Giovanna Anthida Thouret.