L’ondata di arresti ha colpito anche un conduttore tv e un rapper perché in una trasmissione tv avrebbero “offeso l’islam”. Le autorità utilizzano sempre più spesso pratiche sottili di intimidazione, come le scorte di polizia a persone semplicemente indagate. Ieri Ozgur Celik rieletto come leader provinciale del Chp a Istanbul dopo la rimozione per via giudiziaria.
Il presule, già vicario dell’Anatolia, fra gli oltre 500 firmatari dell’appello che denuncia la “tragedia umanitaria” della popolazione civile palestinese. Il 22 settembre a Roma preghiera pubblica per la fine “del genocidio” e una pace “disarmata e disarmante”. Da comunità internazionale e Occidente “nessun tentativo reale di fermare Israele”; dietro a questa guerra “un business formidabile. Si fermi l’invio di armi”.
Continua la stretta delle autorità turche sul principale partito di opposizione. Commissariati i vertici della metropoli commerciale, i giudici potrebbero azzerare anche quelli nazionali. Almeno 14 persone fermate nei giorni scorsi per aver incitato alla protesta di piazza. Blocchi e restrizioni a internet, divieti di manifestazione, volantinaggio e sit-in.
Il tribunale ha rimosso il presidente provinciale Özgür Çelik e il suo team. Nominato un consiglio ad interim guidato da Gürsel Tekin, esponente di lungo corso meno critico verso il governo. In risposta, il presidente nazionale Özel ha annunciato la cacciata dello stesso Tekin e promesso provvedimenti analoghi per chiunque accetti la leadership.
Sono oltre 12 milioni, pari al 14% circa della popolazione, quanti vivono in “condizioni di estrema povertà”. Crescono anche i bambini che rischiano l’allontanamento dalle famiglie per difficoltà finanziarie. Crolla il tasso di natalità, con “preoccupazioni” sul futuro equilibrio demografico del Paese. Un cittadino su quattro che dovrebbe avere più di 65 anni entro il 2080.
Per lo studioso giordano l’obiettivo ultimo del governo Netanyahu “va oltre” la sconfitta di Hamas e ridisegnare i confini. La Cisgiordania diventa una “opportunità da sfruttare” in una prospettiva di annessione. La debolezza dell’Autorità palestinese e della comunità internazionale, il nuovo paradigma degli Accordi di Abramo. Fra le nazioni della regione “più tattiche che alleanze”.