27/05/2009, 00.00
IRAN - PAKISTAN
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Accordo per un gasdotto tra Teheran e Islamabad e, forse, Pechino

Per ora alla finestra l’India, che ha partecipato per anni alle trattative, ma non è d’accordo sulla tassa di transito da pagare al Pakistan. Il progetto pone grandi problemi finanziari e di sicurezza soprattutto nel territorio pakistano.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Dopo oltre 13 anni di trattative, Iran e Pakistan hanno siglato a Teheran un accordo preliminare per la realizzazione del gasdotto che porterà l’energia dal Golfo Persico. Entro 15 giorni è previsto l’accordo finale.

Il gasdotto sarà lungo oltre 2.100 chilometri per un costo stimato di 7,5 miliardi di dollari. Trasporterà 90 milioni di metri cubi di gas al giorno dai giacimenti iraniani di South Pars, 30 milioni dei quali destinati al consumo interno iraniano. Si prevede di iniziare la fornitura di gas al Pakistan per il 2013. Circa 1.100 chilometri del condotto si svilupperanno in Iran e altri 1.000 in Pakistan. Negli accordi preliminari era anche previsto un prolungamento in India per altri 600 chilometri.

La firma è vista anche come una pressione sull’India, che per anni ha partecipato alle trattative, ma non lo ha più fatto da metà 2007. New Delhi non è d’accordo sulla tassa di transito da pagare al Pakistan: gli ha offerto circa 60 milioni di dollari annui, ma Islamabad chiede oltre il triplo. L’India ha anche avuto grosse pressioni dall’ex presidente Usa George W. Bush a non fornire una simile grossa fonte di entrate a Teheran, finché il Paese subisce sanzioni economiche per il suo programma nucleare. Il neo presidente Barack Obama non ha ancora assunto una posizione ufficiale sul gasdotto.

Esperti dubitano che i due Paesi da soli dispongano delle risorse finanziarie necessarie per il costoso progetto, che a causa della presenza dell’Iran non è sostenuto dalle istituzioni finanziarie internazionali. Per cui ritengono che, se l’India non parteciperà, ci sia la possibilità di intervento di un terzo Stato, come la Cina che da tempo preme sull’Iran per poter partecipare. Funzionari dei due Stati hanno commentato, all’atto della firma, che “l’India o qualsiasi altro Paese può partecipare in seguito”.

Preoccupa molto anche la sicurezza dell’impianto, che passerà per zone turbolente del Pakistan, come il Balochistan, dove gli autonomisti, nella loro lotta per l’indipendenza, hanno già posto in essere attentati contro i gasdotti locali.

 

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