22/08/2009, 00.00
INDIA
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A un anno dalle stragi in Orissa, veglie e preghiere per la pace in India

di Nirmala Carvalho
Incontri a Madurai, New Delhi, Bhopal per ricordare i martiri uccisi nel Kandhamal e per rafforzare le basi della convivenza fra religioni e gruppi in India, dopo la “vergogna” dei massacri in Orissa.

 New Delhi (AsiaNews) – Gruppi cristiani in molte parti dell’India stanno organizzando veglie, incontri, preghiere per ricordare i martiri uccisi l’anno scorso in Orissa e per chiedere la pace per il Paese che deve rimanere “multi-culturale, multi-religioso, multi-lingua”.

Il giorno dopo la morte del loro leader radicale Swami Laxamananda Saraswati, il 24 agosto 2008, folle di estremisti nazionalisti indù, legati al Vhp (Vishwa Hindu Parishad) e al Sang Parivar, hanno lanciato la campagna con lo slogan “Uccidete i cristiani, distruggete le loro istituzioni”. In pochi giorni sono stati uccisi 123 fedeli (ma stime ufficiose parlano di 500), distrutte e incendiate centinaia di chiese e migliaia di case, creando 51 mila profughi.

A un anno dalle violenze, molti gruppi cristiani vogliono ricordare le vittime, ma soprattutto lanciare un messaggio di convivenza e di pace nella giustizia.

Il Forum ecumenico cristiano per i diritti umani (Ecumenical Christian Forum of Human Rights, ECFoHR) organizza per il 24 agosto a Madurai (Tamil Nadu) una Giornata per l’armonia interreligiosa, con una veglia di preghiera per i martiri cristiani uccisi nel distretto di Kadhamal, fra i più colpiti dalla furia estremista.

Il prof. Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians(GCIC), è impegnato da tempo per l’assistenza legale e la riabilitazione delle vittime di Kandhamal. Ad AsiaNews spiega che “Kandhamal ha bisogno di pace e attraverso questa, di uguali opportunità per tutti i settori della società, che hanno diritto di vivere e di vivere con dignità”.

“La cultura del conflitto – spiega – va sostituita con l’arte della comunicazione e della diplomazia”. Ma il dialogo non significa nascondere i mali. “Finora le vedove dei martiri del Kandhamal hanno nascosto nelle lacrime la vergogna e l’odio. È tempo di mettere la loro esperienza davanti alla comunità mondiale, che spera nella pace in ogni parte del globo. Più avremo il coraggio di guardarle, più ci nascerà l’urgenza di abbandonare il sentiero dell’odio, che ci porta a questa triste fine”.

“La pace – egli continua – è la base necessaria per ogni programma di sviluppo educativo, sanitario e per ogni infrastruttura per il bene dell’umanità. Dobbiamo essere decisi nel risolvere i conflitti e dedicarci allo sviluppo umano”.

Per il 24 agosto, un altro gruppo ecumenico ha organizzato un incontro di preghiera per la pace, la guarigione e la riconciliazione. L’incontro avverrà nella cattedrale del Sacro Cuore a New Delhi.

Nel seminario di Vidya Bhavan a Bhopal gli studenti stanno organizzando un’ora di adorazione eucaristica per ricordare i massacri del Kandhamal. P. Anbu, decano agli studi afferma: “Noi crediamo che la preghiera può fare meraviglie e cambiare il cuore e la mente delle persone”.

Il cardinale Oswald Gracias di Mumbai spiega ad AsiaNews il senso di tutti questi incontri: “Gli incontri ecumenici e interreligiosi fra persone sono un modo per ricercare l’armonia, il dialogo a tutti i livelli della società: scuole, comunità, istituti universitari. L’India deve riguadagnare la gloria che aveva prima di questa ‘vergogna’ [i massacri dell’Orissa-ndr], rimanendo un Paese multi-culturale, multi-religioso, multi-lingua, con valori di pace ed armonia, comprensione e tolleranza”.

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