Condannato a Mosca l’assassino di un gesuita. Rimane un mistero la morte di un altro sacerdote
Mosca (AsiaNews) - La corte di Mosca ha emesso ieri la sentenza contro Mikhail Orekhov, condanna dolo a 14 anni di prigione per aver ucciso il gesuita Victor Betancourt. Egli è stato però scagionato dall’uccisione di un altro gesuita, p. Otto Messmer, superiore della compagnia in Russia. I corpi dei due sacerdoti erano stati trovati la mattina del 29 ottobre 2008. P. Otto Messmer, russo di 47 anni, capo della comunità gesuita in Russia, e p. Victor Betancourt, 42 anni, dell’Ecuador vivevano entrambi nell’appartamento sede della comunità, in via Petrovka 19 . Dal 2002 il primo, dal 2001 il secondo, lavoravano nella pastorale della comunità cattolica della capitale, impegnati nella parrocchia di san Luigi. Da subito, la polizia aveva ipotizzato il doppio assassino da parte di qualche squilibrato o ubriaco. Al tempo, il direttore della sala stampa vaticana, gesuita, aveva detto che con ogni probabilità gli assassinii erano avvenuti in due momenti diversi a distanza di giorni.
Gli investigatori avevano accusato Orekhov di aver ucciso entrambi, ma la corte lo ha scagionato dalla morte di p. Messmer. Per il comitato d’inchiesta federale, i motivi della uccisione di p. Betancourt sono da cercare nell’inimicizia fra i due. Da dichiarazioni fatte ad Interfax, l’inchiesta “ha stabilito che Orenkhov ha ucciso Betancourt mentre era ubriaco, motivato da personale inimicizia, dopo che la vittima ha tentato di indurlo a commettere insieme un atto sessuale”.
Per la Chiesa cattolica russa i due sacerdoti erano “due ardenti pastori, amati dai fedeli”.
Fra i cattolici vi è imbarazzo e preoccupazione. Le motivazioni “sessuali” nell’assassinio di p. Betancourt appaiono incredibili; e rimane invece un mistero la morte dell’altro gesuita, che era il superiore della casa e di tutti i gesuiti nella federazione russa.
13/10/2008