Mentre proseguono le parodie delle trattative di pace tra Russia, Ucraina e America, con il fallimento del possibile incontro a Istanbul tra Putin e Zelenskyj, il papa Leone XIV ha rivolto un appello proprio ai cristiani d'Oriente: “Chi più di voi, può cantare parole di speranza nell’abisso della violenza?".
Il 17 maggio ricorre l'anniversario del rapimento da parte delle autorità cinesi del bambino designato come reincarnazione della seconda autorità tibetana. Una storia che l'imminente novantesimo compleanno del Dalai Lama ricollega alle preoccupazioni sulle interferenze nella successione. Intanto in esilio è nata Tibet Radio, per riempire il vuoto lasciato dalla chipusura dei programmi in lingua tibetana di Radio Free Asia e Voice of America.
Nel suo primo discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il pontefice ha delineato i pilastri dell’azione missionaria della Chiesa. Nella Sala Clementina, ha sottolineato il legame tra la libertà religiosa e la pace. "Ridare respiro alla diplomazia multilaterale". Ribadito il "no" alle armi: "Smettere di produrre strumenti di morte". Ricordate le sfide odierne, come migrazioni, ambiente e intelligenza artificiale. Card. Parolin: Vaticano disponibile a facilitare incontro tra ucraini e russi.
Il sacerdote è uno dei pochi a conoscere la lingua dei segni. Una scelta che risale all’incontro con un gruppo di non udenti in occasione della visita del pontefice nel 2015. Le difficoltà nell’amministrazione dei sacramenti, a partire dalla confessione. La collaborazione di “successo”con l’università Setsunan di Osaka.
Sono oltre 570mila i vietnamiti residenti in Giappone, spesso attratti con promesse di impieghi qualificati legati al visto Gijinkoku. Ma molti vengono impiegati come tirocinanti e sottopagati. A Chiba, 150 lavoratori denunciano un’agenzia per stipendi non pagati. La vicenda accende i riflettori su un sistema di reclutamento opaco e abusivo.
L’annuncio di Trump potrebbe innescare una “distensione” economica oltre a favorire il ritorno dei rifugiati siriani. Ricostruzione, scambi commerciali e bancari saranno di nuovo possibili fra Beirut e Damasco. E resta sullo sfondo la possibile normalizzazione con Israele. Walid Joumblatt ricorda la condizione principale per i Paesi arabi: “La pace in cambio dei territori”.