16/05/2025, 13.22
FILIPPINE
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P. Caermare: la missione fra i sordi di Dipolog sulle orme di Francesco

di Santosh Digal

Il sacerdote è uno dei pochi a conoscere la lingua dei segni. Una scelta che risale all’incontro con un gruppo di non udenti in occasione della visita del pontefice nel 2015. Le difficoltà nell’amministrazione dei sacramenti, a partire dalla confessione. La collaborazione di “successo”con l’università Setsunan di Osaka. 

Manila (AsiaNews) - “Pur sapendone poco, la mia vocazione ha preso una direzione inaspettata e meravigliosa: dal vuoto alla pienezza. Dopo aver ripreso la formazione al seminario, mi sono iscritto alla lingua dei segni filippina e alla cultura dei sordi filippina al De La Salle College di St. Benilde e ha completato il corso nel 2019”. A raccontare ad AsiaNews la missione fra le persone non udenti a Dipolog, nella provincia di Zamboanga del Norte, è p. Khim J. Caermare, sacerdote filippino che ha scelto questo particolare ambito della pastorale, unico prete della diocesi coinvolto nel ministero. Una vocazione che risale all’incontro con un gruppo di sordi durante la visita di papa Francesco nelle Filippine del 2015. E che si è arricchita e rafforzata nell’anno trascorso nella reggenza in qualità di volontario al programma Spred (Special Religious Education) della Welcome Home Foundation Inc., ong del Paese specializzata nell’istruzione e cura dei non udenti. 

P. Caermare ha studiato teologia all’Università di san Tommaso nel 2021 e la lingua dei segni filippina al De La Salle College di St. Benilde nel 2019. Ha conseguito un master in ministero pastorale presso l’università Ateneo di Manila gestita dai gesuiti nel 2018 ed è stato ordinato sacerdote poco meno di tre anni fa, il 25 maggio 2022. È il fondatore e direttore spirituale del ministero diocesano per la pastorale delle persone non udenti di Dipolog, cappellano delle Scuole diocesane e direttore del ministero dei migranti. Attualmente, i suoi incarichi pastorali consistono fra gli altri nell’insegnamento e nella cura pastorale degli studenti e delle persone private della libertà (Pdl), dei sordi e nell’assistenza nelle attività amministrative.

Nella diocesi non vi erano sacerdoti o religiosi dediti alla cura pastorale dei sordi. Per questo, sin dai tempi del seminario, ha aiutato i fedeli non udenti della diocesi a capire il significato della messa e dei suoi riti, chiedendosi anche come potere “incontrare Gesù” nello svolgimento di questo particolare tipo di missione. All’incontro con la Welcome Home Foundation Inc. e al periodo della visita del pontefice, seguono momenti di studio e approfondimento della scrittura, come quando ha cercato - a fatica - di illustrare la teologia dell’incarnazione a un gruppo di catechisti non udenti. 

Fra le molte sfide, anche in materia di fede e sacramenti, per i non udenti cristiani vi è anche la riconciliazione, per le opzioni limitate di accesso alla confessione e i pochi sacerdoti esperti nel linguaggio dei segni. “I nostri sordi scrivono la loro confessione su carta e le consegnano al prete” spiga p. Caermare, poi i confessori utilizzano penna e lavagna bianca per scrivere penitenza e consigli. In realtà la Chiesa consente a quanti desiderano comunicare nella lingua dei segni di avvalersi di un interprete, anch’egli vincolato alla segretezza come il sacerdote (legge canonica 984). “La necessità di formare sacerdoti - sottolinea - in ogni diocesi è sempre presente ma spesso insoddisfatta. Sogniamo una chiesa più inclusiva [… e] come sacerdote, abbraccio i sordi quando confessano, dimostrando che Dio ha perdonato i loro peccati”.

Inoltre, non sempre i non udenti parlano la stessa lingua del sacerdote e non mancano critiche alla Chiesa perché finirebbe per “trascurare” i sordi per il loro handicap e per essere “invisibili”. Vi è anche da dire che il numero limitato di sacerdoti non aiuta a venire incontro ai molteplici bisogni, compreso l’accesso ai sacramenti che i normodotati danno spesso per scontati. E per questo non stupisce che i non udenti cattolici spesso siano uniti ad altre denominazioni come i Testimoni di Geova, i mormoni e i battisti.

“Abbiamo avuto un progetto collaborativo meraviglioso e di successo con l’università Setsunan di Osaka, in Giappone, l’anno scorso che è culminato nella presentazione del primo Festival dei Sordi nella regione” ricorda il sacerdote. Esso, prosegue, “mira a portare nuova speranza da visualizzare e sperimentare per tutte le generazioni a venire, rompendo i vincoli stereotipati e negativi del silenzio dirompente”. Oltre alle sfide pastorali, vi sono anche quelli della vita quotidiana nei diversi ambiti, come quello sanitario. “Le donne sorde - ricorda - sono a maggior rischio di complicanze della gravidanza e risultati avversi alla nascita, incluso l’aborto spontaneo, rispetto alle donne udenti, potenzialmente a causa di ostacoli nell’accesso e nella comprensione delle informazioni sanitarie”.

Nel 2020 l’Istituto di statistica filippino (Psa) ha stimato in 1.784.690 le persone nelle Filippine con difficoltà all’udito con grado e tipologia di problema differente. Questo numero include le persone sorde, le persone con problemi di udito e quelle con altre disabilità uditive. Secondo il 2010 Zamboanga del Norte National Statistics Office QuickStart, la provincia ha 1.279 persone sorde (334 con sordità totale, 438 con sordità parziale e 507 con problemi di udito). La diocesi di Diplogo serve circa 80 giovani adulti sordi. Di contro, non vi sono dati disponibili sul numero esatto di sacerdoti nelle Filippine che conoscono la lingua dei segni (FSL), anche se lo stesso p. Caermare conosce alcuni preti che hanno dedicato alla comunità dei non udenti la loro missione.

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