09/01/2016, 00.00
SRI LANKA
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​Cattolici, pescatori e ambientalisti contro la riapertura della città portuale di Colombo (Foto)

di Melani Manel Perera
Il People’s Movement against Port City ha organizzato una marcia contro il progetto, finanziato dalla Cina. Si stimano danni incalcolabili alla risorse idriche, marine e biologiche dell’area. Attivisti presentano una Valutazione di impatto ambientale con 128 pareri negativi.

Colombo (AsiaNews) – Centinaia di cattolici, pescatori, attivisti e semplici cittadini dello Sri Lanka sono scesi nelle strade di Colombo per manifestare contro la riapertura del progetto di costruzione della città portuale finanziato dalla Cina. Al grido di “Stop immediato del progetto che ucciderà i pescatori”, i manifestanti hanno espresso tutta la loro preoccupazione per un’iniziativa che potrebbe causare danni “incalcolabili” e distruggere in modo irrimediabile “le risorse idriche, marine e biologiche di tutta l’area”.

Lo scorso 6 gennaio al mattino più di 300 persone si sono date appuntamento di fronte al Centro per la società e la religione (Csr) a Colombo e in serata hanno marciato fino Dipartimento per la conservazione della costa e la gestione delle risorse costiere (Cccrmd). Lì, il People’s Movement against Port City aveva presentato allo stesso Dipartimento un documento di Valutazione di impatto ambientale (Eia) di 400 pagine, contenente 128 pareri negativi in merito alla costruzione.

Aruna Roshantha, pescatore cattolico e tra i leader della protesta, dice ad AsiaNews: “La riapertura del progetto sarà un duro colpo per tutti i pescatori. L’ambiente in cui viviamo, peschiamo e lavoriamo sarà completamente distrutto”.

Il progetto di costruzione della città portuale nasce sotto il mandato dell’ex presidente Mahinda Rajapaksa e prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi da parte della China Communications Construction Co. Ltd, una holding cinese. Fin dall’inizio i lavori generano l’opposizione della comunità locale, che ottiene la sospensione. Ambientalisti e pescatori hanno però sempre temuto che il governo di Colombo potesse tornare sui suoi passi e riprendere l’edificazione.

P. Nishanta, sacerdote anglicano e membro del Christian Solidarity Movement (Csm) che si oppone alla città portuale, riferisce ad AsiaNews: “Questo non è l’unico progetto che potrebbe far sviluppare lo Sri Lanka. La vita di 15mila pescatori è in pericolo. L’acqua potabile, il fondale marino e la barriera corallina verranno danneggiati”.

Città portuale Colombo
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