03/03/2017, 14.44
EGITTO - ISLAM
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Al-Azhar: pluralismo e cittadinanza alla base dell’islam. Ma manca uno Stato civile

di Fady Noun

Per Ahmad el-Tayyeb la fede musulmana non è incompatibile con il pluralismo religioso. E i cristiani non vanno considerati come elemento minoritario o “negativo”. Tuttavia, manca l’affermazione di uno Stato civile e laico. Serve un rinnovato impegno per una effettiva parità nella diversità.

 

Il Cairo (AsiaNews) - Confermando una riflessione che la sua istituzione sta portando avanti da qualche anno il grande imam di al-Azhar, Ahmad Tayyeb, la più alta autorità sunnita del mondo arabo, ha affermato in modo solenne che l’islam non è incompatibile con il pluralismo religioso. E che l’uguaglianza dei diritti e dei doveri dei musulmani e dei non musulmani è sancita nel contesto di uno “Stato nazionale” basato sui principi “costituzionali”. Inoltre, ha insistito l’imam, la nozione di “cittadinanza” non è estranea all’islam ma, al contrario, essa è parte delle sue fondamenta.

Questi tre punti sono gli elementi salienti emersi dal congresso islamo-cristiano tenuto nei giorni scorsi (28febbario-1 marzo) al Cairo; elementi che si riflettono nella dichiarazione finale, dai torni particolarmente schietti, che condanna ogni forma di violenza commessa in nome della religione. Vi è poi anche una ferma opposizione a tutte le forme di potere politico basate sulla discriminazione fra musulmani e non musulmani.

Già interessante di per sé, la dichiarazione acquista ancora più importanza nella misura in cui essa conferma una riflessione intrapresa da al-Azhar nel corso degli anni. Così, nel 2012, in un documento intitolato “La cittadinanza e lil futuro dell’Egitto”, cheikh Ahmad el-Tayyeb affermava che l’islam non sostiene uno Stato religioso e predilige il concetto di cittadinanza. Da quel momento, si è assistito alla pubblicazione nel 2014 di un importante documento in tema di libertà, ivi compresa la libertà religiosa. Il testo poneva al-Azhar all’avanguardia nel contesto di un islam moderato, che esaltava una carta delle libertà private e pubbliche che comprendeva anche la libertà di coscienza.

Infine, nel suo intervento settimanale alla televisione egiziana, il 13 gennaio scorso Ahmad el-Tayyeb affermava che i cristiani d’Egitto non sono e non possono essere considerati come “dhimmi”, né vanno considerati “una minoranza”, termine esso stesso carico di una “connotazione negativa”. L’incontro dei giorni scorsi mostra che al-Azhar non ha più timori a sostenere pubblicamente questi valori non solo come semplici opinioni, ma come un impegno per la fede musulmana.

Ambiguità

Tuttavia, per quanto importanti siano questi progressi la retorica della grande istanza religiosa sunnita continua a essere considerata ambigua e meno chiara di quanto dovrebbe secondo l’opinione di alcuni relatori cristiani e musulmani di ritorno dal Cairo. “Si è parlato molto di cittadinanza, ma non si è evocato - riferiscono i presenti - lo Stato di natura civile e laica che è il suo complemento. Riteniamo che il discorso non sia ancora definito, in rapporto a una tradizione conservatrice”.

Queste personalità fanno inoltre notare che la nozione di Stato di natura civile non è emerso né nel discorso dell’imam Ahmad el-Tayyeb, tantomeno nella dichiarazione finale. “Si continua a parlare di Stato ‘nazionale’ (dawla watania)” spiegano gli osservatori. Il passo verso lo Stato di natura civile non è stato ancora compiuto e, dopo tutto, si può godere dell’uguaglianza civica che “concede una medesima cittadinanza nel contesto di uno Stato islamico”. La fonte conclude affermando che un progresso è oggi più che mai necessario per giungere a un modello di Stato moderno, civile, in cui tutte le religioni sono poste su un piano di parità nel quadro di una cittadinanza che “comprenda la diversità”.

I relatori libanesi della giornata di mercoledì, fra i quali il ministro Pierre Raffoul, l’ex presidente Amine Gemayel, Farès Souhaid o Nayla Tabbara (Fondazione Adyan) hanno da parte loro sottolineato le specificità del modello del vivere comune del Paese dei cedri. E, in particolare, l’esistenza di una specie di osmosi culturale all’interno della società libanese, in base alla quale è presente una componente musulmana nella personalità di ciascun cristiano e, all’opposto, vi è una componente cristiana in tutti i musulmani.

La dichiarazione di al-Azhar

Ecco, in una traduzione libera, i quattro punti chiave della dichiarazione finale del convegno di al-Azhar:

1 - “La nozione di cittadinanza è ben radicata nell’islam. La sua prima apparizione risale alla costituzione di Medina e alle alleanze e ai documenti del profeta Maometto che sono seguiti, i quali regolano i rapporti fra musulmani e non musulmani. Così, il concetto di cittadinanza non una soluzione importata, ma una attualizzazione della pratica musulmana primaria del potere da parte del profeta, all’interno della prima società musulmana che è stata fondata”.

“Questa pratica non prevedeva alcuna discriminazione o esclusione nei confronti di una qualsiasi parte della società del tempo, ma prevedeva l’esercizio di politiche basate sulla pluralità delle religioni, delle razze, degli strati sociali, una pluralità operativa nel quadro di una cittadinanza completa ed egualitaria, così come si configurava nella costituzione di Medina […] secondo cui i non musulmani e i musulmani condividevano gli stessi diritti e doveri”.

2 - “Di conseguenza, le società arabe e islamiche possiedono un patrimonio ben radicato di pratiche del vivere comune nel contesto di una società caratterizzata dalla diversità, dal pluralismo e il riconoscimento reciproco”.

“L’adozione della nozione di cittadinanza, di uguaglianza, e dei diritti fa emergere la condanna di quanti sono contrari alla cittadinanza e mantengono pratiche che si fondano sulla discriminazione fra musulmani e non musulmani, contrarie alla sharia islamica […] Il primo fattore di coesione e di consolidamento della volontà comune è rappresentato dallo Stato nazionale costituzionale che si fonda sui principi di cittadinanza, di uguaglianza e dello Stato di diritto […]”.

3 - “[…] I partecipanti cristiani e musulmani al congresso di al-Azhar dichiarano che tutte le religioni sono innocenti rispetto al terrorismo, in tutte le sue forme, e lo condannano nel modo più fermo possibile […]”.

4 - “Di conseguenza, la protezione dei cittadini, delle loro vite, dei loro beni, delle loro libertà e di tutti gli altri diritti che sono loro propri in base alla cittadinanza e alla dignità umana, è il primo compito di uno Stato nazionale […]”.

 

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