24/08/2018, 08.49
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Al tribunale Onu si apre il procedimento intentato da Teheran contro le sanzioni Usa

La prima udienza in programma il 27 agosto. Per l’Iran le misure adottate da Trump violano un trattato del 1955 fra le due nazioni. Ma ai giudici serviranno mesi per decidere e una sentenza finale potrebbe arrivare dopo anni. Relatore speciale Onu: le sanzioni sono illegittime, ingiuste e dannose.

 

Teheran (AsiaNews) - Con la prima udienza, in programma il prossimo 27 agosto, si aprirà il procedimento legale avviato dall’Iran contro gli Stati Uniti presso la Corte internazionale di giustizia (Cig, conosciuto anche come Tribunale internazionale dell’Aia). Secondo Teheran la decisione presa a maggio da Washington di imporre nuove sanzioni, le più dure della storia, dopo essersi ritirati dall’accordo nucleare (il Jcpoa) viola un trattato del 1955 fra le due nazioni.

Dopo aver abbandonato in maniera unilaterale il patto, il presidente Trump ha ratificato l’introduzione della prima parte di nuove sanzioni, mentre a novembre dovrebbe entrare in vigore il secondo blocco che mira ad azzerare la vendita di gas e petrolio della Repubblica islamica. Da qui la scelta il mese scorso di rivolgersi al tribunale internazionale.

L’obiettivo è quello di far annullare le misure punitive e proteggere la propria economia interna, in crisi dopo i segnali positivi registrati negli ultimi anni. Le sanzioni Usa, infatti, intendono isolare la Repubblica islamica dal resto del mondo e bloccare ogni forma di commercio già in atto con l’Europa e altri partner strategici di Teheran, come Cina e Russia.

La Cig dovrebbe impiegare un paio di mesi per decidere se assecondare le richieste dell’Iran e arrivare a sentenza provvisoria; tuttavia, per una decisione finale del caso potrebbero trascorrere diversi anni. Sebbene la corte dell’Aia sia il più alto tribunale delle Nazioni Unite e le sue decisioni siano vincolanti, esso non ha il potere di farle applicare e diversi Paesi, fra i quali gli stessi Stati Uniti, in passato ne hanno ignorato le disposizioni.

Nel frattempo sulla controversia legata alle sanzioni è intervenuto anche un alto funzionario delle Nazioni Unite, che le ha definite illegittime, ingiuste e dannose. Le misure punitive, sottolinea il relatore speciale dell'Onu Idriss Jazairy in un comunicato pubblicato a Ginevra, devono essere giustificate e non colpire persone innocenti o, peggio ancora, innescare una guerra economica. Per quanto riguarda le sanzioni all’Iran, prosegue Jazairy, l’illegittimità “è stata confermata dall’opposizione di tutti gli altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza e di tutti i partner internazionali”. Esse, avverte, distruggono “l’economia e la moneta dell’Iran, spingendo milioni di persone nella povertà” e rendendo pressoché impossibile l’importazione di beni umanitari. L’alto funzionario Onu conclude appellandosi agli Stati Uniti, perché consentano l’ingresso di materie prime agricole, cibo, medicine, e dispositivi medici in Iran.

 

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