08/11/2017, 10.46
HONG KONG - CINA
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Anche Alex Chow rilasciato su cauzione. Il grazie al card. Zen per la visita in prigione

di Li Yuan

Chow, insieme a Joshua Wong e Nathan Law potranno appellarsi contro la loro condanna alla prigione. Il “grazie” al segretario per la giustizia Rimsky Yuan per “il viaggio” nella prigione, che ha insegnato a Chow il modo (doppio) in cui la giustizia viene attuata ad Hong Kong. Ricucire il movimento democratico. Il card. Zen visita la prigione di Pik Uk due volte al mese. Ogni anno raccoglie fondi per regalare ai prigionieri I “dolci della luna”, simbolo dell’unità familiar.

Hong Kong (AsiaNews) - Alex Chow Yong-kang (v. foto 1), uno dei 16 giovani prigionieri politici del movimento democratico di Hong Kong, rilasciato su cauzione ieri, il giorno precedente aveva postato una lettera su Facebook in cui ringrazia il card. Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, per averlo visitato in prigione e per averlo incoraggiato.

La lettera di Chow è indirizzata ai suoi due compagni Joshua Wong e Nathan Law, anch’essi fra i leader del “Movimento degli ombrelli” (o “Occupy Central”), che erano stati rilasciati due settimane prima. A tutti e tre la Corte suprema di Hong Kong ha permesso di appellarsi contro la condanna alla prigione loro inflitta lo scorso agosto e li ascolterà in appello il prossimo gennaio.

I tre erano stati condannati per aver scavalcato i cancelli degli uffici del governo e invitato altri a farlo, in una sommossa che ha portato - in seguito alla risposta violenta della polizia - al sit-in di Occupy Central, che ha bloccato tre distretti centrali della città per 79 giorni. Il movimento chiedeva alla Cina l’elezione diretta del capo dell’esecutivo del territorio, al presente scelto da un comitato di 1200 persone, in maggioranza pro-Pechino.

All’inizio i tre erano stati condannati solo ai lavori sociali. Ma il governo di Hong Kong - forse imbeccato da Pechino - ha chiesto una revisione della sentenza e li ha fatti condannare a diversi mesi di prigione.

Nella lettera pubblicata, Chow ringrazia anche l’attuale capo dell’esecutivo Carrie Lam per la sua preghiera a favore dei giovani, ma si domanda perchè ella non abbia voluto aprire una piattaforma di discussione sulle riforme politiche, una soluzione che avrebbe promosso una buona atmosfera sociale. Lam, cattolica, al tempo di Occupy Central era il numero 2 del governo (segretario generale) e allora aveva proposto tale piattaforma di discussione sulle riforme politiche. Chow l’accusa di aver cambiato parere da quando ella è diventata capo dell’esecutivo lo scorso primo luglio.

Nello stesso anno di Occupy Central (2014), 13 giovani sono stati condannati per aver protestato contro il progetto di sviluppo di un’area rurale nel nord-est di Hong Kong. Il progetto, che costringeva la popolazione locale a trasferirsi, era stato criticato perchè favoriva le imprese edilizie a spese della gente ordinaria e a spese dell’ambiente.

La maggior parte dei 16 giovani, uomini e donne, aveva già scontato una pena nei servizi sociali o aveva avuto una sospensione di essa. Ma lo scorso agosto, il Dipartimento di giustizia del governo ha chiesto una revisione del processo ottenendo delle condanne più aspre, che ha portato il gruppo a essere incarcerati con condanne da sei a 13 mesi.

I due casi, quest’ultima e quella di Chow e dei suoi due compagni, passati in giudicato uno subito dopo l’altro, hanno causato molte critiche accusando il governo di persecuzione politica e creando il sospetto di una giustizia non indipendente.

Dopo il suo rilascio, con un po’ di ironia, Chow ha ringraziato il segretario per la giustizia di Hong Kong, Rimsky Yuan (responsabile della sua condanna al carcere) per “il meraviglioso viaggio” nella prigione, dove egli ha imparato molto sulla società e sul modo in cui la giustizia viene applicata nel territorio.

Nella sua lettera, datata 2 novembre, Chow racconta anche qualche fatterello sulla sua vita insieme agli altri suoi compagni nella prigione di Pik Uk. Fra l’altro, egli dice di essere stato “molto incoraggiato dalla venuta del card. Zen nel visitare la prigione di Pik Uk oggi”.

Prima della sua condanna, Chow aveva programmato di andare quest’autunno all’università di Berkeley (Usa) per un programma dottorale, e pensava che avrebbe incontrato il card. Zen negli Stati Uniti, dove il porporato si è recato lo scorso luglio. In ogni caso, egli scrive, “ci siamo riuniti a Pik Uk”. Chow ha anche ricordato che i suoi compagni di prigionia amano molto il cardinale che ogni anno invia loro I “dolci della luna” (yuebing). All’età di 85 anni, il card. Zen continua - come in passato - a visitare la prigione due volte al mese e ogni anno raccoglie offerte fra i cattolici per comprare gli yuebing per I carcerati (v. foto 2).

Il dolce è tipico dessert per la festa di Mezzo autunno, un periodo in cui si celebra la luna piena, che simbolizza l’unità della famiglia. Quest'anno la festa è stata  celebrate il 4 ottobre. Secondo la segreteria del cardinale, questa volta sono stati raccolti circa 120mila dollari di Hong Kong (circa 15mila dollari Usa) per acquistare 9600 dolci della luna da offrire ai detenuti.

Dalla fine di ottobre, il card. Zen ha visitato otto giovani prigionieri politici, e ha potuto conversare con ognuno di loro per 30 minuti. “Sono confortato”, ha detto ad AsiaNews, “perchè sono giovani coraggiosi e in pace”.

“Abbiamo scambiato alcuni pareri sulla situazione di Hong Kong”, ha continuato. “Essi hanno potuto sentire il sostegno della società, perchè hanno ricevuto tante lettere dall’esterno. Non è stato facile per loro sopportare I mesi passati. Spero che resistano. Questa situazione li aiuterà di certo a divenire più maturi e più saggi”.

Sulle prospettive di democrazia per il futuro di Hong Kong, il porporato ha detto: “Dobbiamo domandarci che tipo di successo vogliamo. Non c’è alcun successo. L’unica cosa che possiamo fare è far sì che le cose non diventino peggiori”. Il campo democratico, ha aggiunto, “ha bisogno di essere unito e di trovare strategie. Le autorità hanno già creato un mucchio di danni [al sistema socio-politico]”.

La lettera di Chow mostra che, nonostante la sua prigionia, egli ha potuto seguire le tematiche socio-politiche di Hong Kong e ha chiarito alcuni piccoli fraintendimenti emersi fra alcuni democratici e Law e Wong. Egli spinge anche il campo democratico a riunirsi: “Come compagni di viaggio nel movimento democratico - scrive - abbiamo una maggiore responsabilità per completarci l’un con l’altro ed emergere come una [unica] squadra”.

“Dobbiamo fare più spazio l’uno all’altro e pensare al modo in cui sostenere [il campo democratico]. Questo non è un tema facile, ma il momento che viviamo, sotto una crescente pressione, rende questa sfida essenziale e assoluta per il movimento democratico”.

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