13/08/2013, 00.00
COREA
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Arcivescovo di Seoul: “Dall’Assunzione di Maria viene la speranza per la pace in Corea”

di Joseph Yun Li-sun
Il 15 agosto il mondo festeggia la fine della II Guerra mondiale, e la Chiesa coreana celebra con particolare devozione l’Assunzione, che ha liberato il Paese dall’imperialismo giapponese. In un messaggio ai fedeli, il presule sottolinea: “Solo vivendo tutti come veri cristiani possiamo sperare di vedere la fine del conflitto inter-coreano”.

Seoul (AsiaNews) - La riconciliazione della penisola coreana "può arrivare solo tramite l'intercessione di Maria, Regina della pace. Ecco perché dobbiamo vivere come veri cristiani, applicando a tutti i livelli gli insegnamenti di Cristo. Lo stesso vale per i nostri governi, che devono iniziare dai ricongiungimenti familiari fra Nord e Sud se vogliono evitare nuovi conflitti". Lo scrive l'arcivescovo di Seoul, mons. Andrea Yeom Soo-jung, nel messaggio inviato ai fedeli in occasione della prossima Assunzione.

Il 15 agosto è un giorno speciale per la Corea e per la Chiesa coreana, che oltre all'Assunzione di Maria in cielo festeggia anche la fine dell'imperialismo giapponese - che coincide con la fine della II Guerra mondiale: i cattolici coreani hanno sempre interpretato questa liberazione come un dono della Vergine, e la festeggiano con venerazione particolare.

Nella capitale, l'arcivescovo ha fatto montare due grandi bandiere sudcoreane ai lati dell'altare (v. foto) per simboleggiare proprio la riverenza della nazione nei confronti della pace, ottenuta per l'intercessione di Maria. Di seguito riportiamo il testo completo del messaggio, che sarà letto nella cattedrale Myeong-dong durante la messa solenne del 15 agosto.

Carissimi fratelli e sorelle, possano la pace e la benedizione di Dio scendere su tutti voi!

Oggi celebriamo la Festa dell'Assunzione della Vergine Maria, ovvero il giorno in cui Maria - madre di Dio - termina il suo viaggio sulla Terra e viene assunta in Paradiso. Per noi cristiani, l'Assunzione di Maria è un evento importante con un significato speciale: ci conferma nella speranza della vita eterna. La Chiesa ha infatti sottolineato che "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata" (Lumen Gentium, 62).

Mentre celebriamo l'Assunzione di Maria, Regina della Pace, dovremmo anche votarci alla vera pace per tutta l'umanità. Gesù dà la pace ai suoi discepoli come un dono prima di essere portato via dai peccatori: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore" (Giovanni 14:27). Possiamo dire che essere un cristiano significa vivere una vita nella ricerca della pace, e quindi essere discepoli di Gesù, mandato sulla Terra per la pace.

Nella sua enciclica Pacem in Terris, il Beato Giovanni XXIII ha sottolineato che "la Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio in verità, giustizia, carità e libertà". Anche l'apostolo Paolo scrive: "Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia" (Efesini 2:14). La vera pace inizia quando il popolo ripone il suo amore e la sua fiducia nel prossimo; inizia quando ci impegniamo per realizzare verità e giustizia".

Eppure, qual è oggi la nostra situazione? Sono passati 60 anni dalla fine della Guerra di Corea, eppure la penisola coreana affronta ancora divisioni e conflitti fra il Nord e il Sud. La riconciliazione della penisola riguarda non solo noi, ma anche la pace mondiale. Ecco perché dovremmo mettere da parte un passato disgraziato e mirare verso un brillante futuro di speranza.

A causa della divisione fra Nord e Sud, troppe persone sono morte. Innumerevoli sono le famiglie che sono state separate. Non ci sono parole per descrivere le tremende sensazioni di chi vive senza sapere se i propri familiari siano vivi o morti. Vorrei chiedere al governo coreano di iniziare a risolvere i problemi più urgenti, che potrebbero finalmente portare alla riconciliazione: confermare la sopravvivenza dei membri delle famiglie separate fra Nord e Sud, iniziare lo scambio di lettere e gli incontri fra i sopravvissuti. Prego affinché si mettano in campo anche politiche ambiziose come l'assistenza umanitaria e il dialogo: vanno rinforzate fino al giorno in cui Nord e Sud potranno aprirsi i cuori a vicenda.

Per noi cristiani la prima cosa da fare è pregare. Le preghiere ci aiutano a focalizzare la parola del Signore, e ci aiutano a divenire strumenti della Sua pace. Quando siamo in grado di mettere da parte divisioni e odio, saremo in grado di costruire un futuro di amore e pace. Quando in tutta la penisola coreana saranno davvero rispettate la dignità dell'uomo, la verità e la libertà, allora arriverà più velocemente la pace.

Preghiamo con cuore aperto la nostra Santa Madre, affinché ci guidi. E possa il Signore benedirci in tutti i giorni della nostra vita.

 

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