24/12/2012, 00.00
MYANMAR
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Arcivescovo di Yangon: Natale di riconciliazione e libertà per i cattolici birmani

di Francis Khoo Thwe
Mons. Charles Bo racconta l'attesa per la festa, che quest'anno si svolge "senza difficoltà" segno di una maggiore "libertà religiosa". Nel suo motto egli celebra le "mani vuote" del bambino Gesù, che conquista "miliardi di cuori" con la forza di un amore "senza condizioni". Inviti estesi ad Aung San Suu Kyi, al presidente e alle alte cariche di governo

Yangon (AsiaNews) - I cristiani birmani, e in special modo i giovani, per queste feste di Natale si aspettano "soprattutto pace, gioia, prosperità e riconciliazione"; nel Paese le celebrazioni si svolgono "senza difficoltà" e "non servono permessi come in passato", ragion per cui si registrano "segnali positivi" in tema di "libertà religiosa". Così mons. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, capitale economica e commerciale del Myanmar, racconta ad AsiaNews l'attesa dei cattolici per il Natale. "Il messaggio - continua il prelato - è racchiuso nel motto 'Il potere delle mani vuote' e testimonia" la forza di grandi persone che, nella storia, hanno "conquistato il cuore del popolo, come il Mahatma Gandhi e Madre Teresa" senza l'uso della forza. "Il Bambino nato in una culla, non aveva nulla nelle proprie mani". 

Mons. Bo ha partecipato di recente alla 10ma Assemblea generale della Federazione dei vescovi asiatici, che si è svolta in Vietnam dall'11 al 16 dicembre scorso. Egli è quindi tornato in Myanmar, per preparare le celebrazioni di Natale, attese con gioia e trepidazione dalla comunità cattolica di Yangon. "É un dono di Dio all'uomo" sottolinea il prelato, parlando della festa, e ciascuno dei fedeli è chiamato a "condividere quanto ha con i poveri e gli emarginati" all'insegna "della speranza e del perdono". Un Dio potente, aggiunge, si è fatto carne "nel corpo di un neonato" e sembra in apparenza "vulnerabile e indifeso", perché tutti noi "potessimo amarlo e amare i nostri fratelli". 

In queste domeniche di Avvento le Chiese del Myanmar si sono preparate intensificando i momenti di preghiera, le funzioni, il desiderio di riconciliazione. I giovani sono animati da vocazione missionaria e, spiega il prelato, vanno a "condividere la Buona Novella sotto forma di canti natalizi". I fedeli aspettano con impazienza la messa di mezzanotte, che in alcune parrocchie inizia prima affinché chi lo desidera possa partecipare "anche a due o tre diverse messe in chiese diverse".

Le feste di Natale segnano il finale di un anno denso di evoluzioni e cambiamenti per il Paese, che ha lasciato alle spalle decenni di regime militare per aprirsi alla comunità internazionale. E accogliendo in Parlamento anche la storica leader dell'opposizione e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. "Anche la Chiesa partecipa a questa opera di costruzione della nazione" spiega mons. Bo e si sente "vicino al popolo del Myanmar". Quest'anno non serviranno particolari permessi per celebrare le messe e questi "è un buon segnale in tema di libertà religiosa". 

Il prelato presiede la messa di mezzanotte alla cattedrale di Santa Maria, a Yangon, alla quale "ho invitato diversi ambasciatori e rappresentanti diplomatici. Alcuni di loro hanno anche dato conferma della presenza". Domani, 25 dicembre, festa del Natale, l'arcidiocesi e il Consiglio delle Chiese [protestanti] si uniranno per una preghiera e il pranzo alla cattedrale anglicana della Santissima Trinità di Yangon. All'evento sarà presente il ministro per gli Affari religiosi e il governatore della regione, anche se abbiamo esteso la richiesta di partecipazione pure al presidente Thein Sein e ad Aung San Suu Kyi. La Nobel per la pace in questi giorni è in viaggio, sottolinea mons. Bo, ma "speriamo che possa unirsi a noi il 25 dicembre, al nostro pranzo di Natale e alla preghiera comune". 

L'arcivescovo di Yangon, in queste ore di vigilia, vuole condividere con i fedeli della Chiesa universale il proprio messaggio per la festa. "La storia celebra leader potenti, imperatori, dittatori e re", le cui mani sono colme di "ricchezze, poteri, armi e seguaci". Essi tuttavia non sono ricordati con "amore e ammirazione" dal proprio popolo. "Hanno conquistato terre - afferma mons. Bo - ma non hanno conquistato i cuori delle persone". Per questo il messaggio di Natale è contenuto nel "Potere delle mani vuote", come quelle di "un bambino nato in una stalla", che ha saputo però toccare i cuori di "miliardi di persone. Non le ricchezze, la carriera, le proprietà o la conoscenza dona il potere assoluto, ma solo l'amore del bambino Gesù, che ci ama senza condizioni". 

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