04/07/2022, 12.21
MYANMAR
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Il Governo ombra del Myanmar lancia un appello per la libertà religiosa

Il Dr. Sasa, ministro dell'esecutivo di unità nazionale, chiede la fine delle atrocità dei militari golpisti contro i civili e i luoghi di culto. Proposta una Costituzione per la creazione di uno Stato federale. Dal golpe oltre 20mila le case e i luoghi religiosi rasi al suolo.

Yangon (AsiaNews) - “La libertà di credere è la libertà fondamentale concessa a tutti gli esseri umani da Dio Onnipotente. Deve essere sostenuta, rispettata e protetta. Questo è esattamente ciò che vuole il popolo del Myanmar”. Sono le parole dell’appello lanciato da Salai Maung Taing San, meglio noto come Dr. Sasa, ministro della Cooperazione internazionale del Governo di unità nazionale del Myanmar, che si oppone alla giunta militare al potere. 

“Il popolo del Myanmar vuole avere piena libertà religiosa, la libertà di credere o non credere e la libertà di scegliere il proprio futuro. Quando parliamo di libertà, parliamo di libertà di scegliere, libertà di credere, libertà di sperare, amare e vivere in pace. Libertà di educazione, compresa l'educazione religiosa. La libertà di prosperare e prosperare. Queste sono le ragioni di questa storica rivoluzione del popolo del Myanmar, il cui coraggioso popolo lotta per la libertà e la democrazia federale”, ha proseguito il ministro del governo ombra, considerato dalle Nazioni Unite il legittimo esecutivo del Paese.

Dopo il colpo di Stato da parte dell’esercito birmano cha ha estromesso il governo guidato Aung San Suu Kyi, il Myanmar è sprofondato nel conflitto civile: “Solo nel mese di maggio più di 7mila case di civili, chiese e altri luoghi di culto sono stati bruciati e distrutti dai militari assassini e dalle milizie civili da loro sponsorizzate”, ha spiegato Dr. Sasa. “A causa di queste atrocità, più di 1,2 milioni di persone sono sfollate e rimaste senza casa. Molte di queste atrocità si stanno verificando nei luoghi in cui vivono le minoranze religiose”. Dal golpe sono oltre 20mila gli edifici civili e religiosi rasi al suolo.

I generali, ha continuato ancora il ministro, “stanno usando la religione e la razza come armi, sostenendo gruppi ultra-estremisti come 'Mabata' [la nostra razza, religione e missione]. Il leader del gruppo estremista Wirathu è stato nominato dalla rivista Time come il volto del terrore buddista. Mabata ha creato diversi movimenti, come il movimento 969, che ha apertamente sostenuto la violenza contro le altre comunità religiose minoritarie in Myanmar e ha diffuso discorsi di odio contro le minoranze religiose”.

Ma non è tutto, i militari stanno anche “usando la fame e la povertà come arma per intimidire e distruggere la libertà religiosa”, attaccano i fedeli negli Stati a maggioranza cristiana e “la minoranza musulmana, i Rohingya, nello Stato Rakhine”. Impediscono “di fatto” agli assistenti umanitari “di recarsi nelle aree delle minoranze" affinché non ricevano “cibo, medicine e aiuti”.

Il Governo di unità nazionale ha proposta la redazione “una Costituzione federale basata su principi democratici che appartenga a tutto il popolo del Myanmar, una Costituzione che rispetti, protegga e promuova la libertà e i diritti di tutti, indipendentemente da razza, religione, sesso, colore, lingua, provenienza ed etnia”. È per questo, ha concluso il Dr. Sasa che “il coraggioso popolo del Myanmar non si arrenderà mai, non si fermerà e non interromperà la lotta per la libertà e la democrazia federale”.

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