29/01/2014, 00.00
THAILANDIA
Invia ad un amico

Bangkok: la crisi politica distrugge l'economia, nel 2014 il Pil scenderà sotto il 3%

Esperti di economia avvertono: protese e stallo politico mettono in crisi lo sviluppo della nazione. A riportare i danni maggiori le piccole e medie imprese, in particolare nel settore manifatturiero. Fra i Paesi Asean, Bangkok scivola dalla terza alla quinta posizione.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Le previsioni di crescita del Prodotto interno lordo (Pil) in Thailandia per il 2014 restano sotto la soglia del 3%, "se le proteste anti-governative e lo stallo politico" nel Paese continueranno "nel secondo quarto" dell'anno. Il campanello di allarme sugli indicatori di sviluppo per la nazione asiatica arriva dall'autorevole Università della Camera di Commercio Thai, istituto privato specializzato negli studi superiori in materia di economia e finanza. Un dato confermato anche da Ath Pisalvanich, direttore del Centro studi per il commercio internazionale, secondo cui lo scontro fra esecutivo e opposizione - da mesi trasferito dalle aule del Parlamento alle piazze e alle vie di Bangkok - ha colpito il settore del business; a riportare i danni maggiori, aggiunge, sono proprio le piccole e medie imprese (SMEs), incapaci di competere con le altre nazioni del blocco Asean (associazione che riunisce 10 Paesi del Sud-est asiatico). 

Dai dati emersi nell'ultimo periodo, gli ordini per le piccole e medie imprese sono in calo progressivo, mentre i clienti acquistano beni e servizi da altre nazioni. A causa dello scontro politico e delle tensioni di piazza, il settore del manifatturiero non è in grado di rispettare i tempi di consegna e di fissare tempistiche certe. E gli affari sono destinati a peggiorare se la protesta continuerà: i partner commerciali perderanno anche quel minimo di fiducia che resta ancora nella Thailandia e nella capacità del Paese di fare affari.

Il risultato è che Bangkok, in seno alle nazioni Asean, è destinata a scivolare dal terzo al quinto posto fra le economie del blocco dietro Singapore, Malaysia, Vietnam e Indonesia. Solo nel caso in cui le proteste rientrino nel breve periodo (e non oltre il primo trimestre dell'anno), conclude Ath nella sua analisi, la crescita del Pil per il 2014 potrà restare al 3% e si registrerà un aumento del 3,8% nel settore dell'export. 

Tuttavia, i segnali che giungono anche in questi giorni dalla piazza e dai centri di potere non inducono all'ottimismo su una risoluzione a breve (e in modo costruttivo) dello scontro. Ieri si sono uditi degli spari in una caserma dell'esercito, dove la premier Yingluck Shinawatra stava incontrando i vertici della Commissione elettorale per ultimare le procedure in vista del voto del 2 febbraio. Due uomini, fra cui la persona che ha sparato i colpi, avrebbero riportato ferite e sono stati ricoverati in ospedale. All'esterno dell'edificio oltre 500 persone vicine all'opposizione chiedevano a gran voce uno slittamento del voto. 

A dispetto delle proteste di piazza e della recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato ammissibile un rinvio, l'esecutivo sembra intenzionato a procedere spedito verso le urne, nonostante i timori di violenze in concomitanza con la tornata elettorale. La Commissione spinge per un rinvio per restituire calma e serenità al Paese: "La nostra indicazione - spiega Somchai Srisutthiyakorn - è di tenere le elezioni fra tre o quattro mesi", anche perché non è possibile al momento garantire la sicurezza ai seggi. Il vice-premier e ministro degli Esteri Surapong Tovichakchaiku risponde che "la maggioranza delle persone" è favorevole al voto. 

Da quasi tre mesi diversi e sempre più numerosi gruppi di manifestanti, guidati dall'opposizione, chiedono al primo ministro Yingluck Shinawatra di dimettersi. Secondo i dimostranti, dietro al governo ci sarebbe il fratello dell'attuale premier - Thaksin, per anni leader thailandese oggi in esilio - che starebbe "governando in absentia". Da parte sua, la Shinawatra si è rifiutata di firmare le dimissioni ma ha convocato delle nuove elezioni anticipate per il 2 febbraio. Finora le proteste - concentrate soprattutto a Bangkok dove risiedono le elite economiche e finanziarie, vicine all'opposizione - hanno avuto una connotazione in genere pacifica; tuttavia, non sono mancati momenti di tensione e scontri di piazza, che hanno causato la morte di almeno 10 persone, fra cui due ufficiali di polizia.

 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Bangkok: nuove proteste, cresce la tensione. Forse un dibattito tv fra premier e opposizione
28/02/2014
Bangkok, la crisi politica blocca l’economia: crollano le importazioni, male il turismo
26/02/2014
Bangkok: granata contro manifestanti anti-governativi, la premier lascia la capitale
24/02/2014
Bangkok, scontri fra polizia e manifestanti: un morto, diversi feriti e un centinaio di arresti
18/02/2014
Raid islamista nel sud della Thailandia: cinque morti e sei feriti
13/02/2014


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”