Beirut: oltre un milione in piazza per far cadere il governo
Massiccia adesione alla manifestazione chiamata da Hezbollah contro il premier Siniora. Ingenti le misure di sicurezza, si temono degenerazioni. Ex primo ministro Aoun: governo si dimetta. Risponde il premier: solo il Parlamento può destituirmi.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) Oltre un milione di persone sono confluite nel cuore di Beirut rispondendo all'invito di Hezbollah ad una mobilitazione popolare per far cadere il governo del premier anti-siriano Fouad Siniora. Dal canto suo il primo ministro, già ieri sera, aveva assicurato che non si sarebbe fatto "intimidire da manovre e minacce" e ricordato che solo il Parlamento ha il potere di destituirlo.
Imponenti le misure di sicurezza adottate nella capitale, mentre gli organizzatori della marcia si sono impegnati a non far degenerare la protesta definita dal leader druso Walid Jumblatt un "tentato golpe". I manifestanti si sono radunati nella piazza Riad al-Solh, nei pressi del Palazzo del Gran Serraglio, sede del governo; ma in breve tempo hanno invaso la limitrofa piazza dei Martiri. Finora non si è registrato nessun incidente, ma molti in Libano temono che le proteste possano diventare violente. La tensione tra sunniti e sciiti è alta come pure tra gli schieramenti cristiani.
Hezbollah e i suoi alleati sostengono che il governo è illegale e chiedono un terzo dei posti in un esecutivo di unità nazionale nel quale avrebbero potere di veto. Il blocco d'opposizione capeggiato dal Partito di Dio conta tra le sue fila Amal, il partito del presidente del Parlamento, lo sciita Nabi Berri, i sostenitori del capo di Stato, il filo-siriano Emile Lahoud e sulla fazione cristiana dell'ex premier Michel Aoun. Quest'ultimo, tra l'acclamazione dei contestatori, ha invitato "il premier e i suoi ministri a dimettersi". Secondo Aoun, Siniora deve "lasciare il posto a un altro sunnita più esperto di lui"; sua colpa sarebbe non aver sostenuto in modo adeguato Hezbollah durante la guerra con Israele dell'estate scorsa.
L'alleanza anti-siriana in maggioranza al Parlamento, invece, sostiene che l'opposizione, manovrata dalla Siria, mira solo ad impedire la formazione del tribunale internazionale, incaricato di indagare sulla morte dell'ex premier Rafic Hariri, ucciso nel 2005 in un attentato, di cui maggior sospettato è Damasco.