28/07/2011, 00.00
SIRIA
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Carri armati all'attacco della folla in Siria, sono “spariti” tremila arrestati

Ieri 11 morti nell’attacco di carri armati contro la città di Kanaker. Dall’inizio delle manifestazioni sono più di 1600 le vittime e 26mila le persone arrestate, oltre 12mila delle quali ancora in carcere. La protesta siriana nel primo messaggio del nuovo capo di al Qaeda. Attesa per il Ramadan.
Beirut (AsiaNews) – Sono 2.918 i siriani arrestati dei quali “non si sa più nulla”: fanno parte dei 26mila fermati da marzo, quando sono iniziate le manifestazioni contro il regime, 12.617 dei quali sono ancora in carcere. La denuncia viene da una organizzazione non governativa, Avaaz, che sta raccogliendo nomi e foto di ognuno degli “scomparsi”.

La notizia arriva all’indomani dell’ennesimo episodio di sanguinosa repressione da parte delle autorità. Sono infatti almeno 11 le persone uccise ieri a Kanaker, città 30 chilometri a sudovest di Damasco, attaccata con i carri armati, che hanno facilmente avuto la meglio sulle pietre lanciate dagli abitanti. Con le vittime di ieri, secondo Avaaz, sono 1.634 le persone uccise dall’inizio delle proteste. Da parte sua la Syrian National Organisation for Human Rights, denuncia che ieri a Kanaker i militari hanno anche arrestato 300 persone, portate via con 11 bus.

Di Siria ha parlato anche il nuovo capo di al Qaeda, Ayman al-Zawahiri. Nel suo primo messaggio televisivo, egli loda la popolazione siriana che si sta rivoltando contro il “dittatore” e accusa gli Stati Uniti di voler “imporre un altro regime anti-rivoluzionari e contrario al jihad, che segua gli americani e faccia gli interessi di Israele".

In questa situazione, l’inizio del Ramadan, lunedì, è guardato in modi contrastanti. Da una parte, infatti, ricordando che tutte le proteste più massicce sono legate al giorno della preghiera, si pensa che esso sarà un momento particolarmente difficile per il regime. In questo mese, le preghiere quotidiane vedono una partecipazione molto maggiore e intorno alle moschee c’è sempre assembramento: difficilmente sarà possibile organizzare un massacro quotidiano. Senza pensare alle reazioni della gente per uccisioni durante il mese sacro. D’altro canto, la norma religiosa che vieta di mangiare e soprattutto bere dall’alba al tramonto, ad agosto dovrebbe ridurre la capacità fisica di andare in piazza.

Mamoun al-Homsi, un attivista siriano citato da Al Jazeera, ritiene che la prossima fase sarà “la più grave” con un intensificarsi della repressione e di possibili defezioni nell’esercito. In proposito egli sottolinea il nuovo sostegno dato al regime siriano dall’Iran: la Suprema guida Ali Khamenei ha offerto 5,8 miliardi di dollari di aiuti per combattere le proteste. I fondi giungono dopo che a maggio funzionari americani avevano dato notizia di armi, mezzi antisommossa e “istruttori” mandati da Teheran. (PD)
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