13/08/2019, 09.03
HONG KONG - CINA
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Carrie Lam: Le proteste spingono Hong Kong ‘in un abisso’

di Paul Wang

In una conferenza stampa, il capo dell’esecutivo continua a difendere il suo operato e quello della polizia. Appello fra le lacrime: Riportare l’ordine; poi il dialogo. Anche la polizia difende se stessa, accusata di troppa violenza. In un giorno, il movimento anti-estradizione raccoglie fondi per 15 milioni di dollari di Hong Kong.  Riapre l’aeroporto.

Hong Kong (AsiaNews) – Il capo dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam Cheng Yuet-ngor ha messo in guardia i dimostranti che le manifestazioni che da oltre due mesi scuotono il territorio lo stanno spingendo “in un abisso”. Ella ha citato soprattutto l’occupazione dell’aeroporto, che ieri è stato costretto a chiudere, e gli assalti alle sedi della polizia, dopo le violenze esercitate dalle forze dell’ordine.

Carrie Lam ha incontrato i giornalisti stamane, prima di un incontro con il Consiglio esecutivo, che ha rotto la pausa estiva con due settimane di anticipo per affrontare la situazione del territorio.

Frenando le lacrime, e rivolgendosi direttamente ai dimostranti, ella ha detto: “Mettiamo da parte le nostre differenze e spendiamo un minuto per guardare alla nostra città e alla nostra casa. Possiamo sopportare di spingerla in un abisso, dove ogni cosa si distrugge?”.

Per la Lam adesso è importante fermare la violenza e mantenere lo stato di diritto… Quando tutto ciò si calmerà, cominceremo ad avere dialoghi sinceri e a ricostruire l’armonia”.

Incalzata dai giornalisti se avrebbe visitato la donna che, colpita da un proiettile della polizia, rischia di perdere un occhio, Carrie Lam ha risposto: “A tempo debito lo farò”.

A una domanda se avesse l’autorità di cancellare in modo definitivo la legge sull’estradizione, o se era in qualche modo bloccata da Pechino, la Lam ha assicurato di avere tutta “la fiducia” del governo centrale.

Il capo dell’esecutivo ha ancora una volta escluso l’avvio di un’inchiesta indipendente sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia sui manifestanti, come è richiesto da due mesi dal movimento anti-estradizione. La Lam ha difeso in modo strenuo l’operato delle forze dell’ordine, dicendo che esse “devono fare delle scelte e talvolta è difficile”, aggiungendo che i poliziotti devono applicare la legge.

Anche la polizia ha tenuto una conferenza stampa in cui i portavoce hanno difeso il loro metodo di lotta, compreso il travestirsi da manifestanti e arrestare i più violenti, o sparare proiettili non letali da vicino. Molte critiche sono piombate sul loro operato per aver sparato decine di gas lacrimogeni nella stazione della metropolitana di Kwai Fong due giorni fa, trasformando l’ambiente in “una camera a gas”.

Intanto, l’aeroporto di Hong Kong è tornato a funzionare, anche se vi è un sit-in di dimostranti e se qualche volo rimane ancora cancellato.

Ieri il movimento ha lanciato una raccolta on-line di fondi per sostenere una campagna di annunci sui giornali internazionali, che accusa la polizia di Hong Kong di “crimini di guerra” e di uso di “armi chimiche”. In una giornata sono stati raccolti oltre 15 milioni di dollari di Hong Kong (1,71  milioni di euro).

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