27/04/2018, 14.36
BANGLADESH
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Cattolici del Bangladesh: Josephine Corraya, madre di 6 consacrati, ‘sia santa’

di Sumon Corraya

La donna, morta lo scoso anno, era rimasta vedova da giovane e, pur nella povertà, ha mandato a scuola tutti i 10 figli. “Una donna modello, una madre amorevole e premurosa”. “Non c’è altro laico all’infuori di lei che merita di divenire santo”. Una signora sostiene di essere stata guarita da Josephine.

Gazipur (AsiaNews) – I cattolici del Bangladesh chiedono che venga aperta la causa di canonizzazione di Josephine Corraya, morta lo scorso novembre all’età di 83 anni. La donna era madre di 10 figli, di cui sei consacrati a Cristo. Da tutti, sia chi ha avuto il piacere di conoscerla sia chi ne ha solo sentito parlare, è ricordata per la sua gentilezza, umiltà e grande amore per la Chiesa cattolica.

Josephine è d’ispirazione per migliaia di cattolici. Rimasta vedova da giovane, ha vissuto in povertà, ma è riuscita a garantire un’istruzione per tutti i suoi bambini. Dei figli, tre maschi sono divenuti sacerdoti e tre femmine suore. Nel giugno 2016 è stata premiata con il riconoscimento “Ratnagarva Maa” (madre gioiello) dal presidente del parlamento bangladeshi, per essere stata “una donna modello, una madre amorevole e premurosa che ha saputo crescere i suoi molti figli, garantendo a ciascuno una buona educazione”.

La donna è talmente conosciuta e apprezzata, che in molti nel Paese hanno iniziato a chiederne l’intercessione e sono disposti a testimoniare al suo processo di beatificazione. In tante abitazioni la sua immagine è posizionata accanto a quelle di Gesù e della Vergine (v. foto 3). Roza Gomes, 94 anni, la più anziana del villaggio di Rangamatia (Gazipur), lo stesso di cui era originaria Josephine, ricorda ad AsiaNews: “Era la mia vicina di casa. Non ho mai visto in lei qualcosa di negativo. Era una donna onesta, gentile e devota. Aveva una grande fede e amore per Dio. Il suo carattere era limpido e santo. Sebbene lei stessa fosse in condizioni di bisogno, se un mendicante bussava alla sua porta, non lo lasciava mai andare via a mani vuote”. “Penso che Josephine – afferma – fosse una santa vivente. La Chiesa deve indagare su di lei e dichiararla santa”.

Dopo la morte del marito, Josephine ha continuato a trasmettere ai figli insegnamenti spirituali e morali. Ha incoraggiato la vocazione di coloro che hanno poi scelto di dedicare la propria vita a servire Cristo. Lo scorso anno, dialogando con il corrispondente di AsiaNews, la donna ci aveva rivelato che il suo più grande desiderio da bambina era essere una suora. “Sono stati i miei figli a esaudire il mio desiderio”. L’anziana ha trascorso gli ultimi anni di vita nella parrocchia di Bhadun, nel convento dove vive anche una delle sue figlie suore. P. Parimal Ignatius Rozario, il parroco, riferisce: “Era una donna pia. Ha sacrificato tanto della sua vita, donando i suoi figli al Signore. Aveva una grande fede ed era molto attiva come cattolica”.

China Gomes, casalinga di 32 anni e madre di due figlie, ricorda che “ogni volta che avevo un problema e mi recavo da lei per chiederle un consiglio, mi diceva di pregare. Teneva sempre un rosario in mano e pregava”. “Non c’è altro laico – aggiunge – all’infuori di lei che merita di divenire santo”. Shipra Costa racconta che quando “sono venuta al convento per essere curata, mi è stata presentata Josephine. A quel tempo ero malata, ma poco prima che morisse, lei mi ha detto che non sarei mai più stata male”. La signora sostiene di essere guarita da circa sei mesi e crede che la sua guarigione sia un miracolo di Josephine.

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