di Melani Manel Perera

Per un sacerdote, la riunione straordinaria è stata "un invito ad ascoltare i suggerimenti dello Spirito Santo". Un insegnante nota: "I Paesi poveri sono più preoccupati di come guadagnarsi da vivere, piuttosto che della comunione ai divorziati risposati o delle coppie omosessuali".

Colombo (AsiaNews) - Un Sinodo "da elogiare per aver aperto la strada a una certa libertà d'espressione" all'interno della Chiesa cattolica, ma che "non ha affrontato la famiglia e le sue problematiche nel contesto asiatico, africano e latinoamericano". È il giudizio di due cattolici dello Sri Lanka - un sacerdote e un laico - sul Sinodo straordinario sulla famiglia, concluso il 19 ottobre scorso a Roma.

"Le discussioni e il documento finale - afferma ad AsiaNews p. Reid Shelton Fernando - non sono state una completa rottura con il passato, ma rappresentano comunque un invito a orientarsi in modo nuovo con le persone che hanno problemi con il contesto tradizionale. Nel complesso, è stato un invito ad ascoltare i suggerimenti dello Spirito Santo".

Secondo il sacerdote, un altro cambiamento rispetto al passato è stata "la discussione aperta del documento finale, non solo tra i vescovi ma tra tutti i rappresentanti della Chiesa. In vista del Sinodo ordinario del 2015, spero che ancora più laici siano coinvolti nel dibattito".

Ajith Hadley Perera, insegnante, nota ad AsiaNews che "il concetto cattolico di famiglia è molto influenzato dalle categorie filosofiche e sociologiche occidentali. Per questo, sento che il Sinodo non ha compreso in modo corretto le altre forme di 'essere famiglia' in Asia, Africa e America Latina".

"I Paesi più poveri - sottolinea il cattolico - sono più preoccupati di come guadagnarsi da vivere, piuttosto che della comunione ai divorziati risposati o delle coppie omosessuali. La famiglia del terzo mondo è a rischio per colpa delle misere condizioni di vita e per l'irrequietezza che provano i suoi membri".

 

 

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