10/03/2014, 00.00
PAKISTAN
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Chiesa cattolica pakistana in aiuto alle popolazioni del Sindh, colpite dalla siccità

di Jibran Khan
Ieri si sono tenute veglie di preghiera e raccolte fondi, per finanziare interventi di prima emergenza. Oltre 2mila i villaggi a rischio; negli ultimi tre mesi sono morti più di 130 bambini per malnutrizione. Ad aggravare la situazione il divieto di vendita di capi di bestiame, per le precarie condizioni di salute degli animali.

Islamabad (AsiaNews) - La Chiesa cattolica pakistana organizza veglie di preghiera e raccolte fondi per le vittime della siccità nel Sindh; nella giornata di ieri si è tenuta una speciale celebrazione a favore di oltre 2mila villaggi, sparsi nella provincia meridionale del Paese. Nelle varie parrocchie sono stati allestiti dei centri di raccolta, per finanziare iniziative immediate di aiuto e soccorso alla popolazione, sempre più a rischio fame e malattie. I volontari hanno avviato i primi progetti di assistenza, per fronteggiare una crisi devastante che ha causato - negli ultimi tre mesi - la morte di oltre 130 bambini. 

Il Primo Ministro del Pakistan Mian Nawaz Sharif, assieme ad alti funzionari governativi della provincia del Sindh, ha raggiunto il distretto sud-orientale di Thar e ha incontrato la popolazione locale. L'area ospita la più importante comunità indù al di fuori dell'India con oltre 2,3 milioni di persone, la maggior parte delle quali dedite all'agricoltura e a lavori di bassa manovalanza. 

L'esecutivo centrale e locale hanno assicurato il massimo impegno per fronteggiare la crisi, ma la situazione è drammatica e gli interventi si sono rivelati sinora inefficaci. Il sindaco della cittadina di Bhari ha annunciato un fondo di 200 milioni di rupie per la popolazione, cui si è unito un progetto comune promosso dalla società civile in aiuto ai più piccoli. Dal suo account Twitter il leader del Partito popolare pakistano (Ppp) Bilawal Bhutto Zardari ha lanciato una richiesta di aiuto all'associazione dei medici pakistani, chiedendo loro "massimo sostegno" in una situazione di emergenza per la "grave carenza di dottori". 

Il Pakistan è spesso teatro di gravi disastri naturali fra cui terremoti, alluvioni e ondate cicliche di siccità con conseguenti carestie. Fonti ospedaliere riferiscono che nel solo distretto di Tharparkar sono morte oltre 120 persone negli ultimi tre mesi, a dispetto delle stime ufficiali del governo del Sindh che parlano di un numero di vittime inferiore alla metà. A causa della malnutrizione nel mese di febbraio sono deceduti 32 minori.

Secondo il bilancio fornito dall'ospedale di Mithi Taluka, nel dicembre scorso sono morti 38 bambini per la mancanza di cibo e acqua; almeno 42 le vittime registrate a gennaio e 36 nel mese di febbraio. Solo in questi primi giorni di marzo sono morti almeno cinque bambini. 

A causa della siccità, gli abitanti della zona hanno registrato una riduzione drastica nel numero di bovini, cammelli e pavoni. Il Ministro capo del Sindh Qaim Ali Shah ha cacciato i funzionari responsabili dell'approvvigionamento delle scorte, per non aver saputo gestire al meglio la situazione. Ad aggravare la condizione degli abitanti del distretto di Thar, il bando alla vendita di bovini emanato dal governo provinciale a causa delle precarie condizioni di salute degli animali. "Polmoniti e malnutrizione" sono le principali cause di decesso nel bestiame e sono da imputare "all'incuria dei funzionari locali, degli ufficiali sanitari, della polizia e degli amministratori preposti alla tutela e alla conservazione delle riserve". 

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