16/06/2007, 00.00
INDONESIA
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Chiese domestiche ancora nel mirino a West Java

A Bandung una manifestazione di 150 islamici minaccia la comunità cristiana locale: “O chiudete le case usate come luogo di culto o ci pensiamo noi”. L’Indonesian Churches Communication Forum parla di 70 dispute di questo genere dal gennaio 2004 e chiede alle autorità di facilitare l’acquisto di terre dove poter legalmente costruire chiese.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Circa 150 estremisti islamici hanno marciato a Bandung, provincia indonesiana di West Java, per chiedere la chiusura di alcune case private usate come chiese. I manifestanti fanno parte del Mosque Movement Front (FPM) e dell’Anti-Apostasy Front. La protesta, svoltasi lo scorso 14 giugno, è partita dalla moschea al-Ikhlash a Soreang Indah per arrivare all’ufficio distrettuale di Katapang.
 
Il capo del FPM, Suryana Nur Fatwa, presente in piazza, ha avvertito che se l’amministrazione ed il Religious Community Communication Forum non chiuderanno le chiese domestiche ci penserà il suo gruppo: “Chi usa in modo illegale le case come luogo di culto, deve interrompere le sue attività altrimenti il FPM sarà costretto a chiuderle”. Secondo Fatwa, 26 abitazioni private sono state trasformate in chiese dalle comunità cristiane della reggenza di Bandung; di queste, “17 hanno interrotto le loro iniziative spontaneamente, ma 9 ancora no”.
 
Da circa tre anni a West Java si registra un crescendo di violenze e pressioni fondamentaliste contro le comunità cristiane, soprattutto contro le cosiddette chiese domestiche illegali. Per rispondere al problema il governo centrale un anno fa ha varato l’attesa revisione del Decreto ministeriale del 1969 (SKB No 1/1969), che regola la costruzione di luoghi di culto. Ma le lunghe procedure e difficoltà per ottenere i permessi ad edificare costringono ancora numerose comunità religiose a praticare la propria fede nell'illegalità.
 
Simon Timorason, capo dell’Indonesian Churches Communication Forum di West Java, suggerisce al governo di “facilitare l’acquisto di terreno, dove i gruppi religiosi di minoranza possano costruire legalmente luoghi di culto, in modo da evitare queste tensioni”. Stime fornite da Simon parlano di 70 casi, dal gennaio 2004, in cui si sono scontrati abitanti musulmani e cristiani accusati di gestire chiese domestiche. La maggior parte delle dispute sono avvenute nella reggenza di Bandung come pure a Bekasi, Bogor, Garut, Purwakarta e Su bang.
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