07/07/2005, 00.00
CINA
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Cina, l'inquinamento dei mari "non ha precedenti"

E' la denuncia dell'Amministrazione per la sicurezza marina cinese. Sotto accusa l'aumento dei traffici marittimi e l'inadeguata legge ambientale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L'Amministrazione per la sicurezza marina della Cina (Msa) ha definito l'inquinamento dei mari cinese "senza precedenti". L'ufficio governativo ha inoltre indicato come responsabili l'aumento smodato dei traffici marittimi - collegato all'espansione economica – e la mancanza di una legislazione ambientale adeguata.

Il ministero delle Comunicazioni indica che nel 2004 nei mari cinesi sono transitate navi da carico per circa 1,8 miliardi di tonnellate: almeno il 90% delle importazioni di petrolio grezzo - nel 2004 si è trattato di 110 milioni di tonnellate – viene trasportato via mare. L'aumento dei traffici e la legislazione inadeguata hanno provocato maggiori perdite di petrolio in mare: dal 1973 al 2003 ci sono state più di 2.350 perdite, 1 ogni 4,6 giorni.

Aumentano anche gli episodi gravi che minacciano seriamente l'ecologia del Paese. Il 4 aprile 2005 la nave cisterna portoghese Arteaga, che portava circa 120 mila tonnellate di greggio dallo Yemen, è finita contro una roccia e si è incagliata davanti al porto di Dalian, nella provincia nord orientale di Liaoning.

La mattina del 2 luglio nel porto di Dalian una nave cisterna cinese si è scontrata con una nave di 9 mila tonnellate battente bandiera malaysiana: dopo lo scontro si sono riversate in mare le 3.800 tonnellate di gasolio che la nave trasportava a Canton e, per giorni, decine di battelli ed elicotteri sono dovuti intervenire per combattere lo sversamento del carburante.

Lo scorso dicembre 2 navi container - provenienti da Panama e dallo Yemen - si sono scontrate davanti alla foce del Pear River, poco a sud di Hong Kong, causando il versamento in mare di 1.200 tonnellate di petrolio. Gli interventi per cercare di frenare il disastro ambientale sono costati, solo in quell'occasione, 120 milioni di yuan (14,5 milioni di dollari Usa).

La Cina fa parte della Convenzione del  Fondo internazionale per l'inquinamento da petrolio, che interviene con un risarcimento economico per simili danni: questo avviene però solo per la Regione amministrativa di Hong Kong, mentre il Fondo non interviene per le altre zone.

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