02/09/2015, 00.00
VIETNAM
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Coadiutore di Xuân Lôc: istituto teologico, pietra miliare nella crescita della Chiesa vietnamita

Per mons. Joseph Dinh Duc Dao, presidente della Commissione episcopale per l’istruzione, la nascita del polo cattolico conferma la vitalità della Chiesa locale. Esso servirà ad “approfondire le riflessioni teologiche” e il dialogo con religioni e istituzioni. La “gioia della fede” nel portare il Vangelo alle periferie.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - L’apertura di un istituto cattolico di Teologia in Vietnam “è un fatto molto importante per i cattolici e per tutta la Chiesa locale”, a dimostrazione del fatto che essa “è molto viva e contribuisce in modo marcato alla vita del Paese nella devozione e nel pensiero”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Joseph Dinh Duc Dao, vescovo coadiutore di Xuân Lôc e presidente della Commissione episcopale per l’istruzione, promotore del progetto che porterà alla nascita dell’istituto cattolico. Il 6 agosto scorso le autorità di Hanoi hanno concesso, in via “solenne e ufficiale”, il permesso di aprire il centro studi, una tappa fondamentale nel percorso di formazione dei futuro polo universitario di ispirazione cristiana. 

La cerimonia ufficiale che ha sancito il via libera alla nascita dell’istituto è avvenuta il 6 agosto scorso, all’interno degli uffici della Conferenza episcopale a Ho Chi Minh City, alla presenza di alti funzionari cattolici e del governo di Hanoi. Un atto che entrambe le parti hanno voluto fosse pubblico, sebbene vi siano ancora una serie di questioni ancora aperte. 

“La Chiesa in Vietnam - afferma mons. Joseph - ha bisogno di una struttura a livello universitario per approfondire le riflessioni teologiche, partendo prima di tutto da una esperienza concreta di fede”. Per il prelato è “importante” compiere tutti quei passi che possano portare a “far crescere la chiesa”. 

“Il mondo di oggi - continua il vescovo - è influenzato dal pensiero, dalla riflessione, dallo studio e per questo i cattolici hanno bisogno di una scuola per far crescere il proprio pensiero, farlo maturare in convinzione, a fronte di tanti cambiamenti che stanno avvenendo oggi in Vietnam”. Per questo la Chiesa, aggiunge, “ha bisogno di una forza che riflette, che favorisca il dialogo con il buddismo, con un proprio istituto… Anche la Chiesa ha bisogno del suo istituto”. 

Al momento non si sa ancora dove sorgerà con esattezza l’istituto teologico, quanti studenti potrà ospitare, la data certa di inizio corsi. “Per cominciare - spiega mons. Joseph - utilizzeremo la sede della Conferenza episcopale, ma stiamo cercando un terreno adatto ad Ho Chi Minh City, perché la struttura sorgerà con certezza nella ex Saigon”. 

Fra un paio di settimane, prosegue il prelato, è in programma una riunione dei vescovi vietnamiti e nell’occasione “verrà approfondita la questione e cercheremo di delineare i passi futuri”. Dal governo abbiamo ottenuto tutti i permessi, conferma, ora “aspettiamo il via libera dalla Santa Sede per cominciare”. 

“Questi passi - racconta ancora il coadiutore di Xuân Lôc - sono il segno di una Chiesa viva, che vuole crescere nella convinzione e nella fede. Non solo al suo interno, ma anche e soprattutto nel dialogo con le istituzioni civili e religiose, per contribuire alla crescita della nazione”. Del resto, sottolinea il prelato, i cattolici “sono da tempo attivi nella pastorale sociale con iniziative dedicati ai poveri, agli ammalati, ai più bisognosi, secondo i dettami di papa Francesco che ci invita ad uscire e andare nelle periferie, portando la gioia della fede agli altri…”. “Ecco, se c’è una nota caratteristica della Chiesa vietnamita - conclude il vescovo - è proprio questa, la gioia della fede. Ora dobbiamo riflettere su questa esperienza, l’istituto teologico sarà importante anche per questo”. 

In passato il Vietnam poteva vantare un Collegio pontificale e altri istituti di alto livello, requisiti dalle autorità comuniste negli anni 70 e, in particolare, all’indomani della caduta di Saigon e della riunificazione del Paese sotto il governo di Hanoi nel 1975. Fra le università costrette a interrompere i corsi vi erano l’ateneo di Saigon e quello di Dalat, nel sud del Paese. In particolare l’ex Collegio pontificio di Dalat è al centro di una controversia con le autorità governative e, ancora oggi, non è possibile sapere se la struttura verrà restituita ai cattolici. Del resto la questione inerente la proprietà di terre ed edifici è uno dei principali nodi irrisolti nel rapporto fra Chiesa e Hanoi.

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