30/03/2020, 09.03
CINA
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Coronavirus: i profitti industriali in Cina crollano del 38,3%

Le grandi imprese di Stato perdono il 32,9%; quelle partecipate da fondi esteri il 53,6%. Recupero economico difficile senza la domanda da Stati Uniti ed Europa. In pericolo 100 milioni di lavoratori impiegati nel turismo. Giù le borse per i timori del contagio nel resto del mondo. Quest’anno l’economia di Pechino crescerà solo del 2,9%.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nei primi due mesi dell’anno, i profitti industriali in Cina sono crollati in media del 38,3% per effetto del coronavirus. Lo rivela l'Ufficio nazionale di statistica. I guadagni delle industrie cinesi si sono fermati a circa 411 miliardi di yuan (52 miliardi di euro): un drastico calo rispetto allo stesso periodo del 2019.

Le grandi aziende di Stato hanno perso il 32,9%,  le società per azioni il 33,6% e quelle private il 36,6%. Le imprese finanziate con capitale straniero e con fondi di Hong Kong, Macao e Taiwan segnano le perdite maggiori (-53,6%).

Secondo le statistiche ufficiali, l’attività economica in Cina è ripresa quasi a pieno ritmo. La propagazione del contagio nel resto del mondo limita però le prospettive di guadagno per un Paese che è fortemente orientato all’export, soprattutto verso Europa e Stati Uniti, che  al momento sono i nuovi fronti caldi della crisi epidemica.

Il settore del turismo è tra i più colpiti. Le restrizioni imposte dal governo ai trasferimenti da e per la Cina minacciano un mercato di 100 milioni di lavoratori nel Paese: il 10% della forza lavoro nazionale, che nel 2019 ha generato circa 11mila miliardi di yuan (1400 miliardi di euro).

Nonostante l’ingente quantità di liquidità immessa nel sistema finanziario dalla Banca centrale cinese (oltre 1000 miliardi di yuan) e dalle altre grandi economie mondiali, il ritmo di diffusione del Covid-19 fuori della Cina crea sfiducia tra gli investitori. Mentre si avvia alla chiusura, la borsa di Shanghai perde lo 0,9%; Shenzhen è in calo del 2,03%. Anche  Hong Kong è in terreno negativo (-1,30%).

Shanghai e Shenzhen hanno recuperato in parte dopo l'annuncio del nuovo taglio degli interessi voluto dalla Banca centrale. È la seconda riduzione dopo quella decisa a febbraio, e la più consistente (dal 2,4 al 2,2%) dopo quella del 2015. A causa del virus, i maggiori istituti di analisi prevedono un forte rallentamento nella crescita del Pil cinese: dal 6,1% del 2019 al 2,9% quest’anno.

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