17/10/2017, 09.13
COREA DEL NORD – UE
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Dall'Unione europea nuove sanzioni alla Corea del Nord. Ex-funzionario: il regime potrà finire in un anno

Interrotta la vendita di petrolio greggio raffinato e il rinnovo dei visti ai lavoratori all'estero. Sanzioni a livelli storici. In passato, Pyongyang le eludeva grazie alla Cina. Ora il regime rischia disgregarsi anche per le lotte interne.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) –  L’Unione Europea ha deciso ieri di vietare la vendita di prodotti di petrolio greggio raffinato e di non rinnovare i visti ai lavoratori nordcoreani all'estero, abbassando il tetto massimo dell’invio di denaro in Nordcorea da 15mila a 5mila euro. Un funzionario disertore del regime mette in guardia: in queste condizioni “il Paese non durerà un anno”.

La morsa delle sanzioni sulla Nordcorea si è stretta a partire dallo scorso mese, quando Pyongyang ha condotto il suo sesto test missilistico. I recenti progressi dimostrati hanno messo in allarme la comunità internazionale e gli esperti, preoccupati che gli ordigni siano ora in grado di raggiungere destinazioni lontane, anche gli Stati Uniti. Come risposta, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha indetto nuove misure punitive, abbracciate anche dallo storico alleato a Pechino.

Ri Jong-ho, ex-funzionario governativo che ha disertato il regime per fuggire negli Usa, esprime preoccupazione per il futuro del Paese, che “non aveva mai affrontato simili sanzioni. Non so se la Corea del Nord sopravvivrà un anno in questo modo. Moriranno delle persone”.

Secondo Ri, il comportamento provocatorio di Pyongyang è il risultato di un “disperato” bisogno di costringere gli Stati Uniti ad aprire un dialogo diplomatico che escluda Seoul e si limiti a trattative bilaterali.

Ri sostiene inoltre che un punto cardine della situazione è l’inasprimento dei rapporti fra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente cinese Xi Jinping, cominciate sin dalla purga dello zio Jang Song-thaek e di altri funzionari vicini a Pechino. “Ora la Cina ha bloccato il commercio, cosa mai accaduta prima, quindi questo è il punto più basso dei loro rapporti”.

Le sanzioni dell’Onu contro la Corea del Nord si accumulano sin dal 2006, quando sono falliti i negoziati a sei fra Corea del Nord, Cina, Usa, Giappone, Corea del Sud e Russia. In passato, Pyongyang era riuscita ad eludere le restrizioni con l’aiuto della Cina, preoccupata dell’eventuale esodo di profughi nordcoreani in caso di destabilizzazione del Paese. La Cina condivide con la Nordcorea 1.400 km di confine.

L’ultimo blocco di misure punitive è riuscito a ridurre in modo effettivo il commercio di Pyongyang, limitandolo a un numero limitato di petrolio e agli aiuti umanitari.

Tuttavia, Kim Jong-un sembra intenzionato a continuare i test missilistici.

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