08/01/2020, 12.24
INDONESIA
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Dalla Corea a Flores: suore di Kkottongnae accolgono i disabili nella ‘Casa dell’amore’ (Video)

di Mathias Hariyadi

La struttura di Labuan Bajo ospita 13 persone, tre uomini e 10 donne. Ad assistere suor Matthew e suor Thomas vi sono tre postulanti ed un’aspirante novizia. La vita quotidiana nella Casa è scandita da grande impegno e rigorosa disciplina. La comunità sudcoreana attira molti aspiranti dal Sud-est asiatico e cerca di aprirsi ai cattolici locali.

Flores (AsiaNews) – Prendersi cura di persone dimenticate e abbandonate dalla società, fornendo ai disabili alloggio, assistenza medica e sostegno spirituale: è la missione di due suore della comunità di Kkottongnae, che dalla Corea del Sud sono giunte a Flores – isola situata nella regione orientale dell’arcipelago indonesiano – per fondare nel giugno 2018 “la Casa dell’amore” (Rumah Kasih). Nella struttura di Labuan Bajo, nel distretto di West Manggarai, suor Matthew e suor Thomas (la superiora provinciale) ospitano 13 persone, tre uomini e 10 donne. “Alcune di queste persone ci vengono inviate dai sacerdoti che servono i fedeli nel distretto, altre le abbiamo incontrate e conosciute per strada”, racconta ad AsiaNews suor Matthew.

Poco più di un anno e mezzo fa, la Casa dell’amore è stata inaugurata con una cerimonia presieduta da mons. Sylvester San, amministratore apostolico della diocesi di Ruteng, e mons. Antonius Subianto Bunjamin, vescovo di Bandung e segretario generale della Conferenza episcopale indonesiana (Kwi) (foto 2). Lo spirito dell’iniziativa è riassunto dalla scritta che campeggia nella struttura “Anche avere solo la forza di chiedere cibo è una benedizione del Signore”. La Casa offre ai suoi ospiti formazione ed un luogo dove vivere in modo dignitoso.

Nella loro opera, le religiose sudcoreane non sono sole. Ad aiutare suor Matthew e suor Thomas vi sono tre postulanti ed un’aspirante novizia, tutte indonesiane ed originarie della “cattolica” isola di Flores. Le quattro donne danno da mangiare ai pazienti, si occupano delle loro medicine e la sera controllano che tutto sia a posto prima di dormire. Maria comincerà il noviziato questo mese, mentre le tre postulanti proseguiranno il programma di formazione che la comunità religiosa sudcoreana conduce a Labuan Bajo. Dallo scorso mese, alla Casa dell’amore è arrivato anche un giovane di Flores. Il ragazzo desidera “esplorare” la spiritualità di Kkottongnae e discernere la propria vocazione alla vita consacrata.

La vita quotidiana nella Casa dell’amore è scandita da grande impegno e rigorosa disciplina. Ogni giorno, personale ed ospiti della struttura si svegliano presto e si recano in parrocchia per partecipare alla messa mattutina. Terminata la funzione, il gruppo torna per fare colazione; poi ha luogo l’incontro di approfondimento biblico. Nel primo pomeriggio, si svolgono le attività fisiche. La cena è servita molto presto, perché alle 20 è già ora di dormire. Oltre a queste attività, nei locali della Casa destinati alla formazione è possibile prender parte ai diversi momenti di preghiera della giornata.

La testimonianza di fede offerta dalla Casa colpisce molti indonesiani, soprattutto per lo spirito di servizio e amore incondizionato che caratterizza il lavoro del personale. Spesso, suor Matthew e suor Thomas possono contare sulla carità di cattolici locali o provenienti da altre parti del Paese. Un esempio è Ira Setiawan, medico chirurgo presso l’ospedale pubblico di Labuan Bajo che all’occorrenza si presta a visitare i pazienti della Casa.

La comunità di Kkottongnae (“Villaggio dei fiori” in coreano) è stata fondata nel 1976 dal francescano p. John Oh Woong-jin (nella foto 2 al centro) nella diocesi di Cheongju. Il provvidenziale incontro del sacerdote con un senzatetto, conosciuto come nonno Kyong-Lak Choi, portò alla costruzione di un comprensorio con istituzioni riabilitative, sanitarie, religiose e spirituali. Da allora la comunità si è presa cura di oltre 13mila persone malate e abbandonate. L’opera conta altri quattro centri in tutta la Corea, circa 2mila assistiti e 500 dipendenti, ed oltre 80 sacerdoti e 250 suore. Nel 2014, in occasione del suo viaggio apostolico in Corea del Sud, papa Francesco ha visitato la “Casa della speranza” di Cheongju.

Oggi, Kkottongnae opera anche negli Stati Uniti, Filippine, Bangladesh, Uganda India, Haiti, Canada e, ultima in ordine di tempo Indonesia. La comunità sta cercando di aprirsi ai cattolici locali. “Il rigido inverno coreano rappresenta un serio ostacolo per gli indonesiani impegnati nel periodo di formazione. Per questo motivo e per venire incontro ai tanti candidati provenienti dal Sud-est asiatico, nel prossimo futuro svolgeremo i programmi di formazione e verifica nelle Filippine”, dichiara suor Mattew.

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