17/01/2014, 00.00
SIRIA
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Damasco pronta a uno scambio di prigionieri con i ribelli. Intanto a Istanbul...

Se avviene, sarebbe il primo scambio di prigionieri in tre anni di guerra. Il fronte dell'opposizione si incontra in Turchia per decidere la partecipazione a Ginevra II. Forti divisioni fra laici e islamisti, pro-sauditi e pro-Qatar. L'appello di Kerry.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta in tre anni di guerra civile, la Siria si dice pronta a uno scambio di prigionieri con i ribelli. Lo ha affermato oggi il ministro degli esteri Walid Muallem, dopo un incontro con il suo omologo moscovita Serghei Lavrov.

Muallem non ha specificato il numero di prigionieri da scambiare. In ogni caso, la proposta va incontro a una delle richieste più pressanti dell'opposizione al regime, in vista della Conferenza di pace che si apre il 22 gennaio a Montreux ("Ginevra II").

La determinazione della Siria nel preparare e partecipare alla Conferenza è ancora più evidente di fronte ai dubbi e alle titubanze dell'opposizione.

Entro oggi a Istanbul la Coalizione nazionale siriana dovrebbe incontrarsi per decidere se partecipare o no a Ginevra II. Il fronte dell'opposizione è unito nel chiedere garanzie che Bashar Assad esca dalla scena politica, ma è diviso sul da farsi perché la partecipazione alla Conferenza dovrebbe avvenire senza porre alcuna precondizione.

Ieri, John Kerry, segretario di Stato Usa, ha lanciato un appello alla Coalizione perché decida per la partecipazione, assicurando che del governo di transizione - che dovrebbe nascere dalla Conferenza - dovrebbero far parte persone gradite da entrambi gli schieramenti.

Nei giorni scorsi Usa e Gran Bretagna hanno minacciato il taglio degli aiuti se l'opposizione non si presenta a Ginevra.

Ma il fronte degli oppositori è diviso anche in se stesso: la fazione laica si è spesso scontrata con la fazione più islamista, che ha già deciso di boicottare la Conferenza; la fazione sostenuta dai sauditi - che non vuole la partecipazione dell'Iran - è ai ferri corti con quella sostenuta dal Qatar, favorevole a un ruolo di Teheran.

All'inizio della settimana, in occasione di una visita di Kerry in Vaticano, la Pontificia accademia per le scienze ha diffuso un comunicato i cui si chiede alla comunità internazionale di favorire la partecipazione di tutti gli attori implicati nel conflitto.

Quasi tre anni di guerra hanno causato la morte di oltre 130mila persone, più di due milioni di profughi, 7-8 milioni di sfollati interni. Secondo l'Onu, almeno 9,3 milioni di siriani vivono in stato di bisogno di cibo, medicine, alloggio.

 

 

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