24/06/2011, 00.00
SIRIA
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Damasco “sta minando la sua legittimità”. La condanna del Consiglio europeo

La riunione dei capi di Stato e di governo a Bruxelles emette oggi una dura Dichiarazione finale sulla repressione siriana. ''I responsabili di crimini e di atti di violenza commessi contro civili dovranno rispondere dei loro atti''. Anche gli Stati uniti lanciano un avvertimento a Assad.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Damasco “sta minando la sua legittimità” continuando la repressione contro coloro che chiedono più democrazia nel Paese. E’ quanto si afferma nella bozza di Dichiarazione finale che sarà approvata oggi a Bruxelles dai capi di Stato e di governo partecipanti al Consiglio Europeo riunito nella capitale belga. ''Nel fare la scelta della repressione piuttosto che di mantenere le promesse di riforme di vasto respiro, il regime mina la sua legittimità'', scrive il Consiglio, che aggiunge: ''I responsabili di crimini e di atti di violenza commessi contro civili dovranno rispondere dei loro atti''. I leader dell’Unione europea, che ha stabilito sanzioni contro il vertice siriano, "condannano nei termini più forti possibili la repressione in corso, e la inaccettabile, traumatizzante violenza che il regime siriano continua a perpetrare nei confronti dei propri stessi connazionali".

Il Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha definito “molto preoccupanti” i movimento di truppe siriane al confine con la Turchia, per impedire ai profughi accampati là di passare la frontiera. "A meno che le forze siriane non fermino immediatamente i loro attacchi e le loro provocazioni, che per il momento riguardano solo i loro cittadini, ma innalzano il rischio di scontri di confine, ci dirigeremo verso un’escalation delle violenze nella regione", ha aggiunto. “Questo è un ulteriore esempio di come il regime del presidente Assad fa di tutto per reprimere il popolo siriano invece collaborare per risolvere le legittime preoccupazioni della gente”.

Centinaia di soldati siriani appoggiati da carri armati hanno fatto irruzione ieri mattina nel villaggio di Khirbet al Joz, a meno di un chilometro dalla frontiera con la Turchia, ha indicato un militante per i diritti umani che si trova sul posto. Circa 600 profughi hanno attraversato il confine, portando il totale dei rifugiati a quasi 11mila. L’esercito siriano pattuglia la frontiera per impedire la fuga dal Paese.
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