28/08/2009, 00.00
FILIPPINE
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Denunciate violazioni di diritti umani a Mindanao

di Santosh Digal
Nel rapporto pubblicato il 25 agosto, Amnesty International critica esercito e Milf e pone l’attenzione sulla catastrofe umanitaria causata dal conflitto. Nelle principali città della regione continuano le sessioni di dialogo per la pace tra i rappresentati della Chiesa e associazioni islamiche.

Manila (AsiaNews) – Nel Mindanao la situazione dei civili continua a destare le preoccupazioni della comunità internazionale. Dal rapporto sui diritti umani pubblicato il 25 Agosto da Amnesty International emerge che oltre 750mila persone hanno abbandonato le proprie abitazioni durante i 17 mesi di guerriglia tra esercito e Moro Islamic Liberation Front (Fronte islamico di liberazione Moro). Il proseguimento degli scontri, nonostante il cessate il fuoco firmato il 29 luglio tra esercito e Milf, sta ancora coinvolgendo da vicino oltre 200mila civili. 

“Il livello di allarme per i civili è alto dall’agosto scorso. Spesso molti degli abusi commessi non sono nemmeno menzionati dai media nazionali”, afferma il responsabile di Amnesty per le Filippine, Aurora Parong. La responsabile di Amnesty critica il governo centrale, membro della commissione dei diritti umani dell’Onu, ritenendolo responsabile degli abusi compiuti dall’esercito. La Parong dichiara inoltre che “la ricerca deve essere accessibile al pubblico, in particolare ai sopravissuti e ai testimoni, che d’ora in poi devono essere protetti da nuovi possibili abusi”.

In questo contesto, padre Amado Picardal, redentorista esperto di dialogo interreligioso afferma che “musulmani, cristiani e indigeni Lumad devono essere incoraggiati a vivere insieme come vicini, amici e fratelli, non come nemici. Egli continua dicendo che in questo modo “il quarantennale campo di battaglia potrà trasformarsi in un campo di riso, i carri armati potranno divenire trattori”.

Padre Picardal conclude affermando che “tutta la popolazione dovrebbe prendere parte al dialogo nel Mindanao e compiere dei sacrifici per il processo di pace”.        

Intanto nelle principali città della regione si sono riuniti i membri dell’"A’immah Pastors Priest Forum" (APPF), gruppo di dialogo interreligioso che riunisce i rappresentanti di fede islamica, protestante e cattolica. Il fine è stato quello di preparare “la settimana del dialogo per Mindanao” (Mindanao Week of Peace), che durerà dal 26 novembre al 2 dicembre. Questi incontri sono frutto del lavoro compiuto dalla Conferenza dei vescovi e degli ulema (Bishop Ulema Conference) che circa venti anni fa ha iniziato il Gruppo stabile di dialogo per la pace nel Mindanao (Focus Group discussion).

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