02/11/2011, 00.00
SIRIA
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Dialogo tra sordi tra Damasco e Lega Araba

Annunciato per oggi dalllla stampa siriana “l’accordo”. Ma il documento ufficiale ancora non arriva e, a quanto sembra, la Lega araba chiede a Damasco di fermare la strage di civili e di aprire un dialogo con tutte le opposizioni e il governo siriano risponde domandando che "i ribelli" depongano le armi e finisca la “campagna mediatica” contro il Paese.
Beirut (AsiaNews) – La Lega araba chiede a Damasco di fermare la strage di civili che va avanti dal 15 marzo e di aprire un dialogo con tutte le opposizioni e il governo siriano risponde domandando che "i ribelli" depongano le armi. Sembra un dialogo tra sordi quello tra la Siria e la Lega, che domenica scorsa aveva visto l’incontro fra le delegazioni della Siria e della Lega Araba, quando era stato convenuto che la risposta siriana sarebbe stata consegnata questo lunedì e poi studiata dal comitato ministeriale della Lega oggi, mercoledì, nel Cairo.

Ieri sera i media statali siriani hanno annunciato che “l’accordo è stato raggiunto”, ma senza specificarne i contenuti che dovrebbero essere resi noti oggi al Cairo, ma ancora stamane il vicesegretario generale della Lega, Ahmed Ben Helli, sentito dalla televisione satellitare Al-Arabiya, ha dichiarato che “finora la Lega Araba non ha informazioni su una risposta formale della Siria all’iniziativa araba”.

Una iniziativa che, a quanto rivelato da un diplomatico, prevede la fine immediata della violenza, il ritorno dei carri armati nelle caserme, l’inizio di un dialogo, al Cairo, tra il governo e rappresentanti di tutte le componenti dell'opposizione, la presenza in Siria di osservatori della Lega Araba e la liberazione di tutti quelli che sono stati arrestati dal 15 marzo.

La risposta di Damasco, invece, a quanto detto da un funzionario governativo, chiede che l’opposizione rinunci alle armi, che gli Stati arabi smettano di cercare fondi e armi per “i ribelli” e che si ponga fine alla campagna mediatica contro la Siria.

Tra le due posizioni, se le indiscrezione sono concrete, non ci sono punti di contatto. E mentre il principale gruppo di opposizione il Syrian National Council chiede oggi alla Lega Araba di congelare la partecipazione del governo di Damasco all’organizzazione, il Syrian Observatory for Human Rights denuncia l’uccisione di 10 lavoratori in una fabbrica vicino Homs, attaccata dalle forze di sicurezza.

Sale intanto la tensione tra la Siria e i suoi vicini. Dopo le notizie che riferivano delle mine antiuomo disposte dall’esercito di Damasco al confine con il Libano, ieri c’è stato un nuovo duro intervento del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan che ha parlato della volontà del suo Paese di passi contro il governo di Assad, colpevole dell’uccisione di centinaia di “martiri”.
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