08/10/2012, 00.00
COREA
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Disertore della Nordcorea fugge nel Sud: Il mio Paese non ha più futuro

di Joseph Yun Li-sun
Un giovanissimo militare uccide i suoi superiori e supera il confine nel giorno in cui Kim Jong-un ammonisce i suoi generali del “pericolo” delle diserzioni nell’esercito. La fuga è un campanello d’allarme: se i militari abbandonano il regime, questo è finito. Seoul, nel frattempo, si arma al meglio e grazie agli Stati Uniti ottiene missili in grado di coprire l’intera Asia settentrionale.

Seoul (AsiaNews) - Un giovanissimo militare della Corea del Nord è fuggito dal Paese attraverso il confine meridionale dopo aver ucciso due superiori in un conflitto a fuoco. Il ragazzo è scappato durante il proprio turno di guardia nei pressi della Zona demilitarizzata di Kaesong: oggi, dopo un lungo interrogatorio da parte delle autorità del Sud, ha dichiarato di aver preso la propria decisione "perché non c'è più un futuro per la Corea del Nord".

La fuga del giovane soldato si è verificata lo scorso 6 ottobre. Lo stesso giorno, parlando a un gruppo di militari riuniti a Pyongyang, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ha ammonito del "pericolo insito nelle defezioni dei soldati, macchie indelebili sulla nostra amata bandiera". In effetti, la fuga di soldati del Nord è rarissima: negli ultimi 10 anni sarebbero soltanto 8 i militari in servizio che hanno scelto di fuggire.

Le truppe di sorveglianza di Seoul hanno raccontato di aver sentito spari lungo il confine e subito dopo di aver visto il soldato nordcoreano manifestare la "volontà di disertare". L'uomo è stato portato in un luogo di custodia sicuro, dove è stato preso in carico dagli agenti del controspionaggio sudcoreano. Al momento la vigilanza lungo il confine è stata rafforzata ma finora, recita un comunicato del Comando congiunto della Corea del Sud, "non sono stati rilevati movimenti anomali dalla parte nordcoreana".

Le motivazioni del giovane soldato, rese note da un portavoce del ministero degli Interni, tratteggiano una situazione disastrosa per la Corea del Nord. Afflitta da anni di politiche economiche senza senso e da una disastrosa "rivalutazione" monetaria che ha reso la valuta locale ancora meno forte sui mercati internazionali, la nazione guidata dalla dittatura dei Kim sarebbe in ginocchio. Secondo fonti delle Nazioni Unite circa la metà della popolazione (stimata intorno ai 22 milioni) vive oggi con meno di 1 dollaro americano al giorno.

La Cina, grande protettrice di Pyongyang dopo la caduta dell'Unione Sovietica, ha reso noto ai dirigenti stalinisti di non essere più disposta a mantenere il Paese e ha invitato la leadership ad improntare una nuova riforma economica "simile a quella attuata in Cina da Deng Xiaoping". Per ora, però, non sembrano esserci grandi cambiamenti all'orizzonte. Il soldato in fuga ha dichiarato che, vedendo lo stile di vita degli operai del Sud e quello dei lavoratori del Nord, ha capito che per il proprio Paese "non c'è più futuro".

La sua visione sembra essere condivisa: negli ultimi 60 anni più di 24mila rifugiati del Nord hanno passato il confine: più dei due terzi sono donne. Lo schema seguito fino all'ultimo anno era il passaggio intermedio in Cina, prima di entrare a Seoul: tuttavia, negli ultimi mesi Pechino ha dato un giro di vite e ha rimpatriato i fuggitivi, provocando le proteste della presidenza sudcoreana, visto che il destino dei disertori è la pena di morte. Il numero annuale di fughe al Sud è salito in maniera costante ed è passato da "meno di 100 casi" in media nel 1990 a "più di 2mila" nel 2006.

Nell'equazione va considerato il grande sviluppo economico della Corea del Sud e la sua sempre maggiore capacità di rispondere alle provocazioni militari del Nord. Secondo i dettami del primo dittatore Kim Il-sung, la popolazione nordcoreana ha vissuto per diversi decenni convinta di essere superiore dal punto di vista genetico, sociale e militare rispetto al Sud. Ora le cose stanno cambiando anche nella percezione popolare.

Da parte sua, Seoul non ha intenzione di rimanere inerte davanti all'esercito di Pyongyang e ha intensificato negli ultimi anni la collaborazione con i militari americani. L'ultimo passaggio, compiuto lo scorso 1 ottobre, prevede il miglioramento della gittata dei missili del Sud: forniti da Washington, possono coprire 800 chilometri e raggiungere anche una parte della Cina e del Giappone.

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