10/12/2007, 00.00
PAKISTAN
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Elezioni politiche: restrizioni e limiti per i non islamici

di Qaiser Felix
Dopo decenni di discriminazioni, dal 2002 hanno (pochi) seggi riservati e possono partecipare a tutte le elezioni. Ma i partiti islamici non vogliono candidati di altra fede e loro sono restii a concorrere contro i musulmani. Esperti: è un problema centrale per la democrazia.

Islamabad (AsiaNews) – Per i 1070 seggi complessivi del parlamento nazionale pachistano e dei 4 consigli provinciali in palio nel voto dell’8 gennaio 2008, gli uffici elettorali hanno ammesso 443 liste elettorali, di cui 143 di gruppi non islamici che concorrono per 33 seggi riservati. Sono state invece escluse 916 liste, tra cui quella dell’ex premier Nawaz Sharif e dell’ex. capo ministro del Punjab Shahbaz Sharif.

Nel 1985 il dittatore militare generale Zia-ul-Haq ha diviso l’elettorato per fede religiosa in 5 gruppi (islamici, cristiani, indù, ahmadi, nonché sikh, buddisti e parsi insieme) riservando a ogni gruppo alcuni seggi e vietando di votare candidati di altri gruppi. Questo sistema, strumento di emarginazione delle minoranze religiose (confinate ad eleggere pochissimi rappresentanti) è continuato fino al gennaio 2002, quando il presidente Pervez Musharraf ha permesso ai non islamici di votare anche i candidati islamici delle rispettive circoscrizioni e ha aumentato a 342 i seggi del parlamento nazionale e a 728 quelli delle 4 assemblee provinciali, seppure non ha aumentato i seggi riservati ai non islamici nonostante siano molto cresciuti di numero dal 1985.

Il cambiamento fu salutato come l’inizio di una cultura politica laica anziché confessionale, perché induce i candidati islamici a cercare i voti anche di chi professa altra religione e consente ai non islamici di concorrere per i seggi non riservati. Ma nel 2002, come nel prossimo voto, i partiti musulmani in genere non hanno accolto candidati di altra fede e sono anche pochi i candidati e i partiti non islamici che concorrono per i seggi non riservati.

Inoltre i non islamici chiedono da anni di poter essere eletti al Senato, che tra i 100 seggi ne ha 34 riservati a tecnocrati, donne e Ulema (musulmani cui è riconosciuta una particolare autorevolezza e sapienza), ma nessuno ai seguaci di altre fedi.

Esperti osservano che questo problema è legato alla stessa concezione sociale che la maggioranza islamica ha di chi professa altra fede.

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