26/04/2007, 00.00
IRAN
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Forse uno spiraglio nella controversia sul nucleare iraniano

Oggi al termine di un incontro tra Larjiani e Solana, il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale di Teheran ha parlato di avvicinamento tra le parti. Si mirerebbe ad un fermo progressivo del programma nucleare, senza smantellare ciò che è già stato costruito.

Ankara (AsiaNews) – Potrebbe aprirsi uno spiraglio negoziale nella controversia sul nucleare iraniano: una diversa formulazione della richiesta di congelare l’arricchimento del combustibile atomico avanzata dalle Nazioni Unite e respinta da Teheran, potrebbe permettere un blocco parziale del processo di arricchimento, dando soddisfazione ad entrambe le parti.

Sembra sia questa l’idea avanzata da Javier Solana, responsabile della politica estera della Ue, ad Ali Lariani, segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale di Teheran, nel corso degli incontri svoltisi ieri ed oggi in Turchia, ad Ankara, sui contenuti del quale le parti non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali.

Oggi, in una conferenza stampa congiunta, che ha visto i due negoziatori insieme al ministro degli Esteri turco, Abdullah Gul, che ha partecipato all'incontro di questa mattina, Larjiani ha sostenuto che “questo incontro ravvicina i punti di vista delle parti”. “La nostra posizione – ha aggiunto - è di risolvere la questione attraverso negoziati. Le ispezioni dell'Aiea devono proseguire e il Trattato di non proliferazione deve prevalere”. Sia Solana che Larjiani hanno parlato di discussioni che proseguiranno “entro due settimane”: l’iraniano ha definito il colloquio“gradevole”, l’europeo “molto costruttivo”.

Al suo arrivo ad Ankara, Larjiani aveva fatto cenno a “nuove idee” annunciate da Solana, ribadendo poi il diritto del suo Paese ad un programma nucleare a scopi pacifici ed il rifiuto del congelamento del processo di arricchimento del combustibile come precondizione ad ogni trattativa, secondo le richieste del Consiglio di sicurezza.

Funzionari che hanno chiesto l’anonimato hanno però sostenuto che i “5+1” (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania) proporrebbero un fermo progressivo dell’arricchimento del combustibile, senza smantellare le 3mila centrifughe già messe in opera a tale scopo ed offrirebbero in cambio il fermo all’imposizione di ulteriori sanzioni e vantaggi commerciali.

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